lunedì 21 dicembre 2009

Lettera del 16 maggio 2009

Autore: Simo


Mi è giunta un'email sensazionale che vorrei condividere con tutti i lettori del blog, perché penso che sia un'efficacissima opera di smascheramento dell'ipocrisia ecclesiastica nei riguardi dell'omosessualità. Non so chi l'abbia scritta, ma lo/la ringrazio calorosamente e invito tutti coloro che la gradiranno a fare un sostanzioso forward ed inoltrarla al maggior numero di persone possibile. Mi sono preso la briga (e di certo il gusto) di cercare e riportare ogni passo biblico citato, riferendomi al sito La Sacra Bibbia Online, in modo tale da poter confrontare direttamente il testo con le Sacre Scritture e rendere la lettura decisamente più gustosa.

Tempo fa un NOTO RELIGIOSO, dalle onde radio di Radio Maria, ha risposto
ad un ascoltatore che l'OMOSESSUALITA' E' UN ABOMINIO, perchè a dirlo è
la BIBBIA (Levitico, 18,22 -
Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio).
UN ABOMINIO CHE NON PUO' ESSERE TOLLERATO IN NESSUN CASO.
Lo stesso ascoltatore, successivamente, ha scritto questa lettera al
NOTO RELIGIOSO...

Lettera del 16 maggio 2009

Caro sacerdote, le scrivo per ringraziarla del suo lavoro educativo
sulle leggi del Signore.
Ho imparato davvero molto dal suo programma, e ho cercato di condividere tale conoscenza con più persone possibile.
Adesso, quando qualcuno tenta di difendere lo stile di vita omosessuale, gli ricordo semplicemente che nel Levitico 18:22 si afferma che ciò è un abominio.
Fine della discussione.
Però, avrei bisogno di alcun consigli da lei, a riguardo di altre leggi specifiche e come applicarle.

- Vorrei vendere mia figlia come schiava, come prevede Esodo 21:7 (Se uno vende la propria figlia come schiava, questa non se ne andrà come se ne vanno gli schiavi.). Quale pensa sarebbe un buon prezzo di vendita?

- Quando do fuoco ad un toro sull'altare sacrificale, so dalle scritture che ciò produce un piacevole profumo per il Signore (Levitico 1:9 - ma le interiora e le gambe si laveranno con acqua, e il sacerdote farà fumare ogni cosa sull’altare, come un olocausto, un sacrifizio di soave odore, fatto mediante il fuoco all’Eterno.). Il problema è con i miei vicini. Quei blasfemi sostengono che l' odore non è piacevole per loro. Devo forse percuoterli?

- So che posso avere contatti con una donna quando non ha le mestruazioni
(Levitico 15:19-24 - 19 Quando una donna avrà perdite di sangue per le mestruazioni, la sua impurità durerà sette giorni; e chiunque la toccherà sarà impuro fino a sera. 20 Ogni letto sul quale si sarà messa a dormire durante la sua impurità sarà impuro; e ogni mobile sul quale si sarà seduta sarà impuro. 21 Chiunque toccherà il suo letto si laverà le vesti, laverà se stesso nell'acqua e sarà impuro fino a sera. 22 Chiunque toccherà qualsiasi mobile sul quale la donna si sarà seduta si laverà le vesti, laverà se stesso nell'acqua e sarà impuro fino a sera. 23 Se qualche cosa si trovava sul letto o sul mobile dove la donna sedeva, chiunque tocca quella cosa sarà impuro fino a sera. 24 Se un uomo si unisce a lei così che l'impurità di questa lo tocca, egli sarà impuro sette giorni; e ogni letto sul quale si coricherà sarà impuro.). Il problema è: come faccio a chiederle se ce le ha oppure no? Molte donne s'offendono.

- Levitico 25:44 (Quanto allo schiavo e alla schiava che potrete avere in proprio, li prenderete dalle nazioni che vi circondano; da queste comprerete lo schiavo o la schiava.) afferma che potrei possedere degli schiavi, sia maschi che femmine, a patto che essi siano acquistati in nazioni straniere. Un mio amico afferma che questo si può fare con i filippini, ma non con i francesi. Può farmi capire meglio? Perché non posso possedere schiavi francesi?-

- Un mio vicino insiste per lavorare di sabato. Esodo 35:2 (Sei giorni si dovrà lavorare, ma il settimo giorno sarà per voi un giorno santo, un sabato di solenne riposo, consacrato al SIGNORE. Chiunque farà qualche lavoro in esso sarà messo a morte.) dice
chiaramente che dovrebbe essere messo a morte. Sono moralmente obbligato
ad ucciderlo personalmente?

- Un mio amico ha la sensazione che anche se mangiare crostacei è un
abominio (Levitico 11:10 - Ma tutto ciò che non ha né pinne né squame, sia nei mari sia nei fiumi, fra tutto ciò che si muove nelle acque e tutto ciò che vive nelle acque, lo considererete abominevole.), lo è meno dell'omosessualità. Non sono d'accordo. Può illuminarci sulla questione?

- Levitico 21:20 (né il gobbo, né il nano, né chi ha un difetto nell'occhio, o ha la rogna o un erpete o i testicoli ammaccati.) afferma che non posso avvicinarmi all' altare di Dio se
ho difetti di vista. Devo effettivamente ammettere che uso occhiali per leggere...
La mia vista deve per forza essere 10 decimi o c'è qualche
scappatoia alla questione?

- Molti dei miei amici maschi usano rasarsi i capelli, compresi quelli vicino alle tempie, anche se questo è espressamente vietato dalla Bibbia (Levitico 19:27 - Non vi taglierete in tondo i capelli ai lati del capo, e non ti raderai i lati della barba.). In che modo devono esser messi a morte?

- In Levitico 11:6-8 (6 la lepre, perché rumina, ma non ha l'unghia spartita; la considererete impura; 7 il porco, perché ha l'unghia spartita e il piede forcuto, ma non rumina; lo considererete impuro. 8 Non mangerete la loro carne e non toccherete i loro corpi morti; li considererete impuri.) viene detto che toccare la pelle di maiale morto rende impuri. Per giocare a pallone debbo quindi indossare dei guanti?

- Mio zio possiede una fattoria. E' andato contro Levitico 19:19 (Osserverete le mie leggi. Non accoppierai bestie di specie differenti; non seminerai il tuo campo con due specie di semi, né porterai veste tessuta di due diverse materie.), poiché ha piantato due diversi tipi di ortaggi nello stesso campo; anche sua moglie ha violato lo stesso passo, perché usa indossare vesti di due tipi diversi di tessuto (cotone/acrilico). Non solo: mio zio bestemmia a tutto andare. È proprio necessario che mi prenda la briga di radunare
tutti gli abitanti della città per lapidarli come prescrivono le scritture? Non potrei, più semplicemente, dargli fuoco mentre dormono, come simpaticamente consiglia Levitico 20:14 (Se uno ha relazioni sessuali con la figlia e la madre è un delitto; saranno bruciati con il fuoco lui e loro due, affinché non si trovi fra voi alcun delitto.) per le persone che giacciono con consanguinei?

So che Lei ha studiato approfonditamente questi argomenti, per cui sono sicuro che potrà rispondermi a queste semplici domande.
Nell'occasione, la ringrazio ancora per ricordare a tutti noi che i comandamenti sono eterni e immutabili.

Sempre suo ammiratore devoto.
Utilizzare passi biblici quando fa comodo e ignorarli del tutto quando possono contraddire è ipocrisia pura. Se il Regno dei Cieli è la ricompensa per aver seguito parola per parola la Bibbia, allora mi auguro di non vederlo mai questo regno, perchè sarebbe un abominio peggiore perfino dei crostacei.

venerdì 18 dicembre 2009

Le guglie del Duomo sono troppo acuminate

Vorrei spendere due parole su quanto è successo pochi giorni fa al premier Silvio Berlusconi. Non ho mai espresso nessun tipo di simpatia per la sua persona, ma questo non significa che sia felice di ciò che ha dovuto subire, anzi sono dispiaciuto del fatto che si sia giunti a una situazione del genere. Ma non fraintendetemi: non intendo accusare l'opposizione di aver oltrepassato il limite, come ho sentito dire da vari politici di destra in molti programmi televisivi. Teniamo presente che a lanciare la statuetta è stato un uomo dei problemi mentali certificati, il che lo estrapola totalmente dal contesto politico: non è un attentato di sinistra, non è un terrorista comunista, niente di tutto ciò. Molti onorevoli si sono dilungati sualla questione del clima politico, altri si sono accaniti contro internet, altri ancora sono stati accusati di fomentare la violenza. Il mio modesto parere è che tutto ciò si riduca a un mero specchio per le allodole il cui scopo è fuggire dalla responsabilità per affibbiarla a qualcun altro.


La puntata di ANNOZERO di ieri sera è stata ottima, come non ne vedevo da tempo. Vi invito a guardarla, se non l'avete già fatto, seguendo questo link: http://www.annozero.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-0d9dfdfa-97c1-452f-8ca2-84723b9c1917-annozero.html?p=0%22
I punti chiave sono sostanzialmente due:
  1. Perchè è successo?
  2. Come evitare che succeda di nuovo?
Sul primo punto le accuse volano, ma volendo riassumere la situazione si può dire che la destra attribuisce a Di Pietro e a certi gruppi di Facebook la responsabilità del clima d'odio che ha generato il gesto violento di Massimo Tartaglia. Non è stato difficile smontare queste affermazioni: Di Pietro ci ha provato, ma considerata la sua incapacità espressiva è solo riuscito ad essere frainteso e a dare l'occasione al ministro Lupi di strumentalizzare le sue parole; Travaglio invece con la sua lucidità è riuscito a spiegare semplicemente ciò che è successo: non esiste in tutto il mondo un premier come Berlusconi. Lui è l'unico che esige di essere amato, all'estero il premier non ha nessun bisogno di essere adorato o invidiato. L'importante è che svolga i suoi compiti e che righi dritto con la giustizia. In Italia invece è l'esatto contrario! Berlusconi è un leader carismatico e questa sua peculiarità lo induce inevitabilmente a generare un clima che non è solo di odio, ma anche di amore. Quale altro premier ha un inno personale che canta Meno male che Silvio c'è? Ogni personalità carismatica (ed è la storia ad insegnarlo) genera inevitabilmente una situazione attorno a sé che si divide esclusivamente tra amore e odio, non ci sono vie di mezzo! Non si può disinteressarsi di Berlusconi, è ovunque, se ne parla sempre e lui desidera che si parli sempre di lui. In questo senso, è stato il premier stesso a creare l'atmosfera che lo circonda, dove devoti sudditi si scontrano con accaniti oppositori. Figuriamoci che effetto può avere un carisma simile nella mente deviata di uno psicolabile,che non è in grado di gestire le emozioni! Il rischio di essere attaccato era più che ovvio: si è avvicinato alle transenne ed è stato fermo invece di camminare, rendendosi così un bersaglio più facile. In più le sue guardie del corpo erano distratte! E' questo il problema, è questo ciò che è andato storto.

Non è colpa di Facebook, né di Di Pietro! Se c'è da attribuire una colpa, allora è tutta della sicurezza! Quelli sono uomini pagati per essere sempre vigili, dove stavano guardando quando Tartaglia prendeva la mira? E' compito della scorta proteggere il premier. In più, una volta messo in salvo il premier nella sua auto, questa avrebbe dovuto sgommare via alla velocità della luce, allontanarsi immediatamente dal pericolo. E invece cosa fa Berlusconi? Non solo esce dall'auto, ma la utilizza come piedistallo per elevarsi sul pubblico. I suoi seguaci hanno subito colto il gesto come un atto di grande coraggio, una dimostrazione di forza, un atteggiamento quasi eroico. In realtà è stato avventato ed è andato contro ogni regola di sicurezza. Cosa sarebbe successo se lì ci fossero stati degli altri uomini armati? Lasciamolo all'immaginazione sperando che vi resti. Il premier, leader carismatico, deve tenere conto di queste eventualità e la sua scorta ha il dovere di proteggerlo con le dovute precauzioni. Non è successo. E la destra si è precipitata a capofitto in accuse avvelenate verso internet e verso la sinistra, solo per non dover ammettere che la mancanza è stata tutta della sicurezza del premier e che le cause sono da ricercare nel suo atteggiamento da grand'uomo carismatico. Questo non significa che se l'è cercata, tanto meno che se lo meritava. Significa solo che avrebbe dovuto, il premier, stare più attento e che la sua scorta ha fallito. E' la sicurezza qui il tema principale e dopo un avvenimento simile, in qualsiasi altro paese, il ministro dell'Interno si sarebbe dimesso! Che diritto ha di essere ministro dell'Interno e della sicurezza Maroni se non sa nemmeno garantire la sicurezza del primo ministro? Ma si sa già come andrà a finire: Berlusconi è furbo e saprà sfruttare la cicatrice a forma di Duomo per riscuotere ancora maggiore rispetto e consenso dal pubblico; l'inetto Maroni rimarrà al suo posto e nessuno gli dirà nulla; la destra continuerà ad affermare che il governo funziona alla perfezione e che le uniche falle sono dovute alla sinistra; etc... etc...



Passiamo al punto 2: come evitare che succeda di nuovo (o almeno provarci)? Semplice, rispettando le norme sulla sicurezza che sono state totalmente infrante sia dal premier che dalla sua scorta: camminare e non stare fermi; prestare attenzione quando si è vicini alla folla; allontanarsi immediatamente dal pericolo se accade qualcosa.

In ultimo, vorrei aggiungere una riflessione che mi viene leggendo le parole del grande giornalista e scrittore Indro Montanelli: "Berlusconi è l'unico bugiardo sincero che io conosca, crede davvero alle scempiaggini che dice e che fa". Berlusconi ha affermato più volte di avere il consenso del 70% degli italiani. E' una balla colossale! Nelle ultime elezioni il suo partito, non lui ma il suo partito, è stato votato non dal 70% degli italiani, ma dal 34% degli elettori!!! C'è una differenza sostanziale tra ciò che dice Berlusconi e ciò che è dimostrato dai fatti. Il problema è che Silvio sembra davvero essere convinto di essere amato tutti gli italiani e il gesto di Tartaglia è stato solo la dimostrazione di quanto si sbaglia. C'è da sperare solo una cosa: che il premier non finisca con l'emanare una legge per segare di netto le bellissime - ma decisamente troppo acuminate - guglie del Duomo di Milano.

GCAP > Press the 8 > Petizione

Autore: Simo


Meno di 4 giorni fa, sono stato contattato da un blogger di nome Daniele (http://viralmente.blogspot.com/) il quale mi ha inviato una email informativa a proposito di una "nuova petizione che GCAP (http://www.gcap.it) intende rivolgere alle autorità, per ricordare loro gli accordi stabiliti durante il G8 di luglio, per combattere la povertà. " Cito di seguito il resto del messaggio:
Per ottenere la necessaria visibilità e coinvolgere gli utenti, è stato creato un simbolico gioco su facebook, attraverso il quale è possibile "fare pressione" sui grandi del mondo: http://apps.facebook.com/gcap_press_the_eight/
A supporto sono stati realizzati una fanpage (http://www.facebook.com/home.php#/pages/GCAP-Coalizione-Italiana-contro-la-Poverta/49992913309?ref=ts)
e un video (http://www.youtube.com/watch?v=P_2hl1R7UwE).
Dopo aver preso visione del filmato su Youtube e giocato con l'applicazione su Facebook, mi sono recato sul sito della GCAP per approfondire un po' la questione. Avevo già visto in giro per la città alcune cartoline simili a queste

e, grazie a questo felice scambio di informazioni, ho avuto modo di comprendere un po' meglio di cosa si trattasse. Infatti Daniele mi ha gentilmente dato l'occasione di intervistare una responsabile del GCAP, Valentina Montanaro, la quale mi ha celermente e cordialmente risposto.
Cosa significa GCAP?

La GCAP Italia è la Coalizione Italiana contro la Povertà (acronimo di GLOBAL CALL TO ACTION AGAINST POVERTY), un network sostenuto da oltre 10 milioni di cittadini italiani, che raduna più di 70 organizzazioni, associazioni, sindacati e movimenti della società civile italiana e internazionale e il cui scopo principale è la lotta alla povertà e agli effetti del cambiamento climatico.

In che modo è possibile aderire a GCAP?

Tutti i cittadini italiani possono aderire a GCAP firmando la petizione su www.gcap.it, sostenendo le nostre iniziative e partecipando alle nostre campagne online su facebook o altri social networks. Le organizzazioni italiane che sono interessate ad aderire a GCAP possono contattare la segreteria per maggiori informazioni – i riferimenti sono sul sito www.gcap.it

Che cos'è Press The 8?

‘Pressthe8’ è una campagna lanciata da GCAP nel marzo 2009 con lo scopo di fare ‘pressione’ sui leader del G8 e sulla Presidenza Italiana affinchè mantenga le promesse sulla lotta alla povertà e sul cambiamento climatico. Con Press the 8, GCAP ha mobilitato i cittadini di tutta Italia partecipando al Giro d’Italia, al concerto del 1° maggio e agli appuntamenti del G8, fino al Summit de L’Aquila, inclusa la consegna di un assegno di 1.500.000 firme al Presidente Berlusconi per richiedere il mantenimento delle promesse sulla lotta alla povertà ed al cambiamento climatico.

Con questa azione, la GCAP è riuscita a far arrivare le sue proposte sul tavolo dei leader G8 a L’Aquila. Questa campagna però non è finita dopo il G8; anzi, è proprio a riflettori spenti che occorre continuare a fare pressione sui leader perché mantengano davvero le loro promesse. La GCAP ha continuato a farlo, scrivendo un appello ai parlamentari, ma anche usando la Rete per diffondere e far conoscere sempre più il suo messaggio ai cittadini italiani.

La petizione del GCAP chiede che l’Italia e gli altri paesi del G8 mantengano le promesse. Esattamente quali di queste promesse sono state finora mantenute e quali no?

Tra le promesse non mantenute dall’Italia, quella di versare la propria quota dei 50 miliardi di dollari di aiuti pubblici allo sviluppo promessi dal G8 nel 2005, entro il 2010.
Ignorando le promesse ufficiali, il
Governo Italiano ha più che dimezzato gli aiuti ai paesi in via di sviluppo nel 2008 e nel 2009, e l’Italia è oggi in fondo alla classifica dei paesi donatori.

Il G8 ha anche promesso di assicurare, entro il 2010, l’accesso universale alle cure contro l’HIV/AIDS: un obiettivo ben lontano dall’essere raggiunto anche a causa di paesi come l’Italia che, ad oggi, non ci risulta abbia ancora versato il proprio contributo al Fondo Globale contro l’Aids per il 2009.

Una promessa mantenuta riguarda, invece la cancellazione del debito ai paesi più poveri del mondo, promessa nel 2005 e ad oggi realizzata. Anche qui l’Italia ha fatto la sua parte, ma in positivo, emanando nel 2001 una legge molto avanzata sul tema ed applicandola in modo adeguato.

Secondo la GCAP, Berlusconi ha attualmente ed effettivamente mantenuto le promesse fatte ai terremotati di L'Aquila?

Il lavoro di GCAP si concentra sul monitoraggio delle promesse che i leader G8 fanno per la lotta alla povertà nei paesi in via di sviluppo, e non su quelle che ciascun leader fa ai cittadini del proprio paese, su cui non siamo in grado di dare una valutazione.

La GCAP ha fatto qualcosa di più concreto di una petizione online?

La campagna Press the 8 – di cui l’applicazione face book fa parte – è stata lanciata a marzo e come si diceva, sono state già fatte azioni concrete, che, lentamente, stanno producendo cambiamenti. Ma c’è bisogno di ancora maggiore pressione affinchè le promesse del G8 diventino realtà per i poveri del mondo

Il giochino che hanno sviluppato è simpatico; inoltre ho apprezzato l'idea di utilizzare "martelli di gomma", un ottimo metodo per stirare la piega violenta che hanno assunto gli ultimi avvenimenti politici. La petizione si basa su un nobile principio e, per quanto si possa metterne in dubbio l'efficacia, firmarla non costa nulla ed è comunque un'occasione per affermare il proprio desiderio di pace ed egualità nel mondo. Vi ripropongo i link diretti al video, all'applicazione Facebook e alla petizione:






giovedì 3 dicembre 2009

Pier Luigi Celli e la lettera al figlio

Autore: Simo


Ormai tutti, o quasi, hanno sentito parlare della "lettera al figlio" scritta da Pier Luigi Celli e inviata a tutti i quotidiani. Qualcuno l'ha addirittura letta, me compreso, e l'ha trovata toccante, lucida, realista e tragica. E indubbiamente è così, è un testo certamente profondo, di particolare interesse per i laureandi/laureati disoccupati del paese e particolarmente struggente per i loro genitori. A costo di sembrare cinico, voglio andare controcorrente e porre un accento di dubbio sulla questione.

Ma chi è Pier Luigi Celli? Wikipedia ci dice che:

Pier Luigi Celli (Verucchio, 8 luglio 1942) è un imprenditore e dirigente d'azienda italiano, narratore e saggista, è direttore generale dell'università Luiss Guido Carli di Roma. È inoltre membro dei consigli di amministrazione di Lottomatica, Hera SpA e Messaggerie Libri.
E cos'è l'Università Luiss? Wikipedia ci dice che:

La Libera Università Internazionale degli Studi Sociali "Guido Carli", nota con l'acronimo LUISS, è un importante[2] ateneo universitario privato di Roma.
Non so voi, ma io, prima che la lettera comparisse in ogni TG e in alcuni programmi televisivi, non avevo mai sentito parlare del suddetto direttore generale della suddetta università. A giudicare dall'interesse che ogni media, cartaceo e non, ha mostrato nei confronti di questo documento, immagino comunque si tratti di un'importante figura nel panorama didattico italiano.

Però ci sono 2 cosette che mi fanno storcere il naso...

La prima è evidenziata da Wikipedia: la LUISS è un'università privata. Non solo, girovagando nel web ho scoperto che è nota per essere terreno fertile del nepotismo tra professori. Vi sono corridoi in cui le targhette degli studi dei vari docenti differiscono solo per specializzazione e nome, mentre il cognome rimane lo stesso. Si parla anche di lauree vendute... insomma, questa cosa a parer mio mette già in cattiva luce non solo l'università, ma anche il direttore generale della medesima, Celli.

La seconda evidenza fastidiosa cui accennavo prima è la seguente: guardate un po' cos'ho trovato a pagina 8 de Il Fatto Quotidiano di oggi... (n.d.r: un ringraziamento sentito a mio padre che me l'ha fatto notare)



Pier Luigi Celli pubblicizza il suo nuovo libro: "Coraggio Don Abbondio"! Gli auguro con tutto il cuore che le vendite vadano alla grande, ma penso che il caro direttore generale non abbia bisogno di buoni auspici, considerando il numero di volte in cui il suo nome è apparso su quotidiani e reti televisive, grazie alla lettera che ha toccato tutti nel profondo dell'animo. Certo, forse qualcuno potrebbe pensare che Pier Luigi sia un po' in malafede alla luce di ciò, ma, si sa, in un paese come questo è avere la maggioranza ciò che conta e sono convinto che la maggioranza rimarrà abbagliata dalla Sua lettera, direttore, e si precipiterà ad acquistare il Suo libro. E la minoranza si rassegni. In fondo è abituata a farlo.

lunedì 23 novembre 2009

White Christmas... why Christmas?

Autore: Simo

Se ne sente parlare parecchio ultimamente:

http://www.corriere.it/cronache/09_novembre_23/giuseppe_spatola_africani_in_piazza_tensione_nel_paese_del_white_christmas_3043622a-d7fc-11de-a7cd-00144f02aabc.shtml

http://www.zenit.org/article-20405?l=italian

http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/cronaca/immigrati-13/viaggio-paese/viaggio-paese.html

http://www.libero-news.it/webeditorials/view/3655

L'iniziativa"White Christmas" portata avanti dal sindaco di Coccaglio Franco Claretti ha assunto varie forme a seconda della tendenza politica: su Repubblica viene definita una "caccia al clandestino in nome del Natale"; sul Corriere della Sera è un'"operazione per allontanare i clandestini"; su Libero, Fini la definisce una "stronzata". Sono propenso a credere che sia tutte e tre le cose. Come sempre accade, farsi un'idea chiara della portata della faccenda è complicato, anzi in questo caso impossibile dato che "mentre nel paese si discute e si commenta, l'amministrazione ha scelto il silenzio." Ma il problema è alla radice. Perchè il Natale?
Che la gestione dell'immigrazione in Italia sia una questione più che problematica mi sembra ormai ben chiaro. A questo proposito cito alcune parole intelligenti proferite da Calderoli (perdonate il paradosso): "È una stronzata, per usare il linguaggio di Fini, illudere gli extracomunitari che il nostro è il Paese di 'Bengodi’ e che c'è lavoro per tutti, visto che il lavoro manca in primo luogo ai nostri cittadini. Fare questo è pura demagogia e allora si spalancano le porte a migliaia di persone destinate a finire nella rete delle illegalità, della criminalità o dello sfruttamento. E non è dando il voto che si risolvono i problemi dell' integrazione: uguali sì, lo sono tutti gli uomini quando nascono, ma l' integrazione e l' accoglienza prevedono non delle belle frasi ma degli atti concreti e molta intelligenza nel sapere costruire. E, per finire, l'uguaglianza d'origine prevede che ci sia anche un cammino di civiltà condivisa, senza la quale si crea solo lo scontro tra popoli e tra culture".
Insomma, se perfino Calderoli se ne rende conto, vuol dire che è proprio palese: il tema dell'integrazione è complicato. Ma di certo utilizzare il Natale come pretesto, anzi peggio come OCCASIONE per compiere dei rastrellamenti è quanto di più schifoso si possa concepire. E' un concentrato di ipocrisia! Già il Natale di per sé è una festa totalmente ipocrita, dal momento che tutti sanno che Gesù Cristo non nacque il 25 dicembre (ci si può anche arrivare: secondo voi in pieno inverno i pastori uscivano con le pecore al pascolo in piena notte?) e tutti sanno che si tratta di una ricorrenza di stampo puramente consumista. In più questa iniziativa eleva al quadrato l'ipocrisia perchè si fa scudo dei valori cristiani per allontanare degli immigrati, di cui molti sono cristiani! Che strano, ero convinto che uno dei valori fondanti del cristianesimo fosse l'amore reciproco, ero convinto che fossimo tutti uguali, che un buon cristiano dovesse fare agli altri ciò che vorrebbe fosse fatto a lui e così via... Devo essermi sognato tutto. Forse mi è sfuggito un versetto, non so vedrò di aggiornarmi. Questo è un Natale che non si tinge del bianco della neve ma del bianco dei cappucci del K.K.K. !
La ciliegina sulla torta è la reazione della gente:
"Il nome lo conoscevo, "White Christmas", ma sinceramente non ci ho mai fatto caso - dice Romina, dietro il bancone della caffetteria Ketty - il problema è che del Natale a loro non gliene frega niente. Il nome forse è sbagliato, ma l'operazione, quella no. Loro qui non ci vengono. Perché fortunatamente con gli immigrati non ho mai attaccato". Il bar è un posto tranquillo. Entrano ed escono i clienti. Quattro sono seduti al tavolo. Arriva anche Monica, l'estetista del negozio accanto. "I miei figli hanno solo amici extracomunitari. Uno ha 14 anni, l'altro 12. Vanno in giro sempre con due romeni e due africani. A Coccaglio sono tantissimi. Io però non voglio che escano con questi. È razzismo questo?". Ma una ragione vera non c'è. "Mi chiede perché? Perché no. Non mi va. Non mi vanno nemmeno i loro genitori".
Ammettere di essere razzisti è sconveniente oggigiorno e mi sembra sempre più che questa sconvenienza sia il motivo principale che anima la falsa tolleranza. Nessuno ammette di essere razzista, ma se dovesse mai essere promulgata una legge che rende legale e morale il razzismo (brrrrrrrr!!!) sarei proprio curioso di vedere quanti continuerebbero a dirsi tolleranti. Il razzismo è più che mai radicato in Italia, inutile fingere che non sia così. Ne abbiamo prova ogni giorno. Nei telegiornali, sui quotidiani, ma ancora di più nella vita di tutti i giorni. Negli sguardi colmi d'odio della gente sul pullman che si alza dal posto a sedere perchè in quello accanto si è accomodata una persona con la pelle di un colore diverso. Nel disagio che la gente prova ad avere a che fare con chi è diverso, in qualunque campo, sotto qualsiasi aspetto. Non mi dimenticherò mai quella sera a Parigi, con la mia ragazza e due nostri amici. Entrammo in un fastfood parigino e uno dei nostri amici (anche se non l'ho considerato più tale dopo un'uscita simile) espresse tutto il suo entusiasmo per le pietanze del menù... questo prima di accorgersi che tutto il personale fosse straniero: "Oh ma sono tutti neri qua! Cambiamo posto..."

mercoledì 4 novembre 2009

La patente di voto.

Autore: Simo

Guidare è un diritto di tutti. Ma non tutti possono guidare, questo perchè guidare comporta una responsabilità diretta sulla vita, propria e altrui. Il conseguimento delle conoscenze teoriche e delle capacità pratiche necessarie ad una guida sicura viene certificato dal conseguimento della patente. Semplice, chiaro, cristallino. Chi potrebbe contestare quanto ho appena scritto?
Applichiamo ora questo ragionamento non alla guida, bensì al voto.

Cosa vuol dire votare? Votare non significa solo esprimere una preferenza. Votare significa decidere della vita, propria e altrui. Preso atto di questo, è giusto asserire che tutti hanno il diritto di votare? Io dico di no. Proprio perchè il voto coinvolge più persone (uno stato intero!) non è corretto dare a tutti la possibilità di recarsi alle urne perchè, proprio come la guida, il voto è una questione di responsabilità verso gli altri e verso sé stessi. Vi pongo un esempio molto semplificato, ma che spero possa rendere l'idea.

Ci sono 2 persone: A e B. A si informa, conosce la storia d'Italia, sa che cosa significa parlare di fascismo, comunismo, nazionalismo (etc etc...), conosce i punti salienti dei programmi dei partiti che si sottopongono ad elezione e quindi sceglie consapevolmente e responsabilmente il candidato che secondo lui potrà portare benefici a lui e al paese. B invece non sa nulla, non si informa, a malapena parla correttamente italiano, non ha idea di chi ci sia al governo e all'opposizione, non sa nemmeno cosa propongono i politici più in vista (figuriamoci quelli minori), non ha senso civico e quindi va a votare quasi per sport e sceglie inconsapevolmente e irresponsabilmente il candidato più bello o più simpatico o che ha sentito nominare di più in TV, convinto che per questi motivi del tutto superflui possa portare benefici a lui e al paese. Sia B che A hanno pari diritti di voto, ma nel caso in cui il voto di B fosse diverso da quello di A, andrebbe ad annullarlo e viceversa. Però tra i 2 quello che subirebbe lo smacco più grande sarebbe sempre A, perchè facilmente B, non avendo la minima coscienza politica, finirebbe col votare non solo contro gli interessi di A, ma anche contro i propri e quelli del paese semplicmente perchè non ha idea di chi sia il politico da votare per trarre realmente dei benefici effettivi!
Eccovi qualche esempio di persona B:



Insomma, ognuno ha il diritto di votare chi vuole, ma ha anche il diritto di avere la certezza che le elezioni si svolgano tra persone veramente in grado di esprimere un giudizio sulla politica. Nella giuria di un concorso musicale non ci mettono un tabacchino, un avvocato e un pescivendolo, ma dei musicisti. Allo stesso modo, alle elezioni si esprime un giudizio, non sulla musica, ma su chi merita o no di sedersi sulle poltrone con la P maiuscola. E quindi è giusto che chi esprime tale giudizio (l'elettore) dimostri di avere le capacità per farlo, perchè chi vincerà le elezioni agirà non solo su chi l'ha eletto, ma su tutti gli elettori.

Navigando nel world wide web ho trovato vari forum e blog che trattano il tema della patente di voto, con visioni diverse e spesso molto contrastanti. Se siete interessati, fatevi un giro su internet, qui tratterò il modo in cui IO svilupperei questa idea.

La patente di voto (chiamiamola 'p.d.v.') dovrebbe essere concepita in maniera simile alla patente di guida, ma privata della parte pratica. Raggiunta l'età minima per votare, arriva il momento di prendersi la p.d.v., senza la quale il voto non è possibile. La preparazione deve essere offerta dallo Stato, perchè è per lo Stato che si vota. Ad un periodo di studio in cui si affrontano i must della storia mondiale ed italiana segue un aggiornamento sui punti salienti dei programmi di ogni partito che si presenta alle prossime elezioni. Si passa poi alla certificazione tramite esame che, se superato, si concretizza nella p.d.v. Una volta conseguita la p.d.v., si ha il diritto di votare. Prima di ogni elezione sarà richiesto un breve aggiornamento su partiti e programmi.

In tal modo, si garantirebbe la partecipazione alle elezioni esclusivamente a chi si interessa davvero del destino del paese e si avrebbe un'uguaglianza genuina, forse della vera democrazia.

Sembra un sistema perfetto... poi però mi ricordo che sono in Italia e che questo rende quanto detto inattuabile. Anzi, potrebbe addirittura peggiorare la situazione. Infatti, chi garantisce che il sistema di informazione alla base della p.d.v. non venga corrotto proprio da coloro che dobbiamo votare? Quello che sembra essere un possibile mezzo di vera democrazia potrebbe così trasformarsi nella chiave di volta per l'istituzione di una dittatura. E così ci troviamo costretti a vedere alle urne gente che pensa che l'attuale Presidente della Repubblica sia Berlusconi, che Ciampi sia il Presidente del Consiglio, che se sei contro Berlusconi sei comunista, che se sei di sinistra sei un coglione, che non sa cos'è la Costituzione, che non sa che idee vengano proposte dai politici (nemmeno da quelli che alla fine votano) e potrei continuare all'infinito perchè il museo dell'ignoranza politica italiana ha ingresso ma non ha uscita. Del resto è dell'ignoranza che la politica attuale si ciba, la politica attuale non esisterebbe in un paese dove la maggioranza degli elettori è acculturata ed informata. Vi pubblico di seguito parte dell'intervento del magistrato Nicola Gratteri al programma Che tempo che fa, con la citazione di una frase, ivi enunciata, inerente a quanto appena detto.



Chiunque è al potere, sia esso di destra o di sinistra, non vuole un sistema giudiziario forte ed una scuola che funzioni, perchè avere un sistema giudiziario forte vuol dire poter quindi poi controllare il manovratore; una scuola efficiente vuol dire della gente colta, dei ragazzi colti, gente dotta e quindi gente pensante, che non può accettare o assuefarsi a certi modi di vivere o a certe situazioni, a certe condizioni.

A lezione di marxismo.

Autore: Simo

Avete presente quei ragazzi che vi fermano per strada ogni maledetta volta che entrate ed uscite dall'Università o addirittura vi vengono a citofonare a casa per convincervi a partecipare a dei 'corsi di marxismo' e ad acqistare questo giornale?


Dopo anni e anni di testa china e negazioni ripetute, ho colto al volo l'offerta di un mio amico: "Partecipo alla mia prima riunione di Lotta comunista oggi, mi fai compagnia?" Per profonda amicizia e per pruriginosa curiosità non ho saputo dire di no. All'ora prevista (15.15) ci siamo incontrati fuori Palazzo Nuovo (l'edificio principale dell'Ateneo di Torino) per poi recarci nell'Aula 22. La 'lezione di marxismo' ha avuto inizio verso le 15.30, quando un ragazzo in camicia e cravatta si è seduto dietro la scrivania e ha cominciato a parlare.
Sarebbe impossibile per me riportare qui il discorso (durato 1 ora) nella sua interezza, quel che posso fare è darvi una panoramica sintetica del messaggio che ci è stato trasmesso.

Come prima cosa, l'oratore ha sferrato un attacco alle ideologie che oggi spopolano, concentrandosi in particolare sugli ambientalisti. Non è possibile, in un mondo capitalista, salvaguardare tutto e tutti: per qualcuno che sta bene c'è sempre qualcun altro che paga. Quindi NO a tutte le ideologie. La critica qui mi stava scappando spontanea: "Ma il marxismo non è un'ideologia?" Essendo probabilmente preparato a questo genere di critiche, il ragazzo mi ha prontamente preceduto aggiungendo che il marxismo non è un'ideologia, bensì una metodologia, una "cassetta degli attrezzi" per costruire un sistema economico e sociale migliore. Tornerò più avanti su questo punto.

Poco dopo, l''insegnante di marxismo' ha proferito un paio di affermazioni che mi hanno a dir poco shockato: chi vuole entrare a far parte del partito deve astenersi dal voto e non fare uso di droghe, nè leggere nè pesanti. Questo perchè qualsiasi voto a qualsiasi partito è un contributo a rafforzare il radicamento del capitalismo e perchè tutte le droghe sono strumenti di controllo e profitto capitalista. Anche qui, vi chiedo di pazientare, prometto che in seguito ogni pezzetto di puzzle tornerà al suo posto per delineare il contorno di questa esperienza.

Continuando nel suo speech, il ragazzo in camicia ci ha spiegato che nella storia mondiale le metodologie del comunismo marxista sono state applicate solo una volta: durante la rivoluzione bolševica e il governo di Lenin.

Nel dibattito che ha seguito il discorso ho posto la seguente domanda: «Dici che il comunismo è un sistema perfetto e che sotto Lenin venne applicato pienamente, ma allora cosa è andato storto?» La risposta è stata celere e ben preparata: «Dopo la morte di Lenin non si può più parlare di vero comunismo, perchè Stalin instaurò con la forza un capitalismo di Stato (mascherato da comunismo) e soppresse ferocemente tutti i veri partecipanti della rivoluzione, tutti i veri comunisti. Il comunismo avrebbe funzionato, ma è stato estirpato con la violenza di una dittatura.» Non essendo preparato sulla storia del periodo, ho preferito non controbattere, per quello c'è sempre tempo.

Durante il dibattito, un altro ascoltatore ha posto una domanda interessante (n.d.r. la abbellisco e sintetizzo un po'): «Ma perchè il capitalismo non dovrebbe funzionare? A me sembra che rispecchi perfettamente l'animo dell'uomo. Il bisogno di prevalere sugli altri, di arricchirsi sempre di più, il menefreghismo, l'egoismo, è triste dirlo, ma sono tutti aspetti intrinsechi all'animo umano.» Anche qui, risposta pronta e confezionata: «Non sono d'accordo. Nel corso della storia, ciò che ha permesso all'uomo di evolversi, di crescere e di svilupparsi, non è stata la concorrenza, ma la cooperazione. Quindi, anche se fosse vero ciò che dici, per cercare il proprio bene, l'uomo dovrebbe comunque combattere la sua indole e ricercare la collaborazione tra gli individui e non la concorrenza.»

L'ultimo argomento è stato la vendita del loro giornale. Ci è stato detto che la vendita del giornale è l'anima del loro partito, perchè è il loro metodo principale per educare al marxismo le minoranze interessate e per acquisire fondi per la costruzione di un partito marxista di stampo europeo. Questo per non ritrovarsi disorganizzati ed isolati, come accadde ai bolševichi, quando ci sarà la prossima guerra mondiale (non SE, ma QUANDO), che potrà essere fermata solo con un'altra rivoluzione comunista, proprio come accadde nel '17.

Qui, alla fine del discorso, è partito il dibattito, i cui punti salienti (al di là di quelli che ho già riportato sopra) si riassumono in critiche contro lo stile in cui è scritto il loro giornale (complicato e sicuramente non adatto a coinvolgere la maggior parte dei già pochi lettori) e il fatto che il nome 'comunista' è ormai troppo compromesso dalla storia e il suo significato deformato da personaggi che a pugno alzato hanno poi fatto l'esatto contrario di ciò che il marxismo insegna. Purtroppo, su questi due punti, l'oratore ha dimostrato una certa chiusura mentale, appendendosi a motivazioni inconsistenti per poter dire: "no, questo non si cambia."

Poi saluti, strette di mano e ognuno per la propria strada... più o meno. Appena usciti dall'aula, uno dei comunisti si è precipitato a fare il simpaticone con me e il mio amico. E' stata una sensazione alquanto fastidiosa e, trovo, anche offensiva nei riguardi della nostra intelligenza: davvero mi reputi così stupido da non capire che cosa sta succedendo? Te lo spiego io: in quell'aula, mentre il cravattone parlava, tu e altri avete prestato attenzione non al discorso, ma a chi sembrava davvero interessato (e quindi una possibile preda) tra coloro che ascoltavano. Il mio amico ed io avevamo certamente mostrato un grande interesse per la questione, avevamo posto parecchie domande, sembravamo attivi. E così ci hanno sguinzagliato dietro il cagnolino di turno che ha il compito di fare le feste, leccare e fare gli occhi dolci. Sfortunatamente per lui, abbiamo capito subito che cosa stava succedendo e ce ne siamo liberati con l'indifferenza. Aggiungo un particolare che tra poco risulterà rilevante: il comunista di cui vi ho appena parlato (iscritto al partito) aveva in mano una sigaretta.

E ora il momento che mi piace di più: mettiamo insieme i pezzi del puzzle e creiamo un'immagine definita di ciò che ho visto e sentito.

Partirei dalla questione 'no droghe'. Voi, comunisti insegnanti di marxismo, mi siete venuti a dire che rifiutate e disprezzate qualsiasi uso di droghe, perchè sono metodi di controllo e profitto impiegati dal capitalismo per tenerci in pugno... Ma me lo venite a dire con una Marlboro in mano? Come potete pretendere di essere presi sul serio se vi sparate una gaffe simile? Mi sembrava di trovarmi in una vignetta di Vauro... Le sigarette non saranno categorizzate come droghe, ma la loro vendita di sicuro è uno dei principali sistemi di guadagno del capitalismo!

Inoltre mi sfugge un particolare: voi comunisti, cosa fate hic et nunc per cambiare il mondo? Siete astensionisti, quindi non votate, ergo non modificate nè in bene nè in male, l'assetto politico dello Stato. Ad ascoltarvi, l'idea che uno si fa di voi è questa: un gruppo di venditori di giornali che fanno sedute di indottrinamento al fine di reclutare altri venditori di giornali, per produrre altri giornali che richiederanno altri venditori di giornali, etc etc... E tutto questo per cosa? Per costruire, nel giro di chissà quanto tempo, un partito marxista europeo, costituito da minoranze (parole vostre) che possa sostenere e dirigere un'eventuale futura rivoluzione comunista di stampo bolševico la quale dovrebbe fermare un'eventuale futura Terza Guerra Mondiale che sarà l'apice della crisi del capitalismo. Mmm... ma questo non si chiama idealismo? E voi non eravate contrari alle ideologie?

Non so, forse sono ipercritico, ma tutta la vostra convinzione davanti ai miei occhi vacilla parecchio. Poi, per carità, è stata la mia prima e unica 'lezione di marxismo' e sicuramente intendo approfondire e invito tutti a provare almeno una volta ad ascoltarli perchè hanno tante buone idee quante idee piuttosto contestabili, ma è già meglio di ciò che si sente dire dai nostri politici, poco ma sicuro.

Senza ombra di dubbio, il mio giudizio avrebbe potuto essere più positivo se non fosse stato per il segugio reclutatore del Politecnico che ci è corso dietro scondinzolando quando abbiamo lasciato l'aula. Quando gli ho detto di non voler vendere alla gente qualcosa che non conosco bene e quindi di voler approfondire, prima di iscrivermi ad un partito, lui mi ha risposto con una frase agghiacciante: «Eh ma guarda che ci sono più di 40 libri spessi così da leggere se uno si vuole informare bene, mica vorrai leggerli tutti! Dovresti iniziare con piccoli passi: inizia a vendere il giornale e poi, piano piano, impari e studi». Certo, è più importante vendere il giornale che sapere cosa c'è scritto. Got it.

martedì 3 novembre 2009

Posso giocare anche io?

Autrice: Enrica

Da un’intervista a Confalonieri (grande amico di Berlusconi nonché collaboratore, spalla ecc ecc…), a proposito di Silvio.

Il senso dello Stato? La magistratura è importante.
«I giudici sono potenti e ci tengono ad esserlo. Berlusconi si difende».
Scappando dai processi, cambiando le leggi…
«Le leggi ad personam? Le fa per proteggersi. Se non fai la legge ad personam vai dentro. Una volta dentro, poi non ti chiedono scusa. È il sistema della giustizia i
n Italia. I magistrati sono gli unici che non pagano mai: irresponsabili».
Perché i magistrati ce l’hanno con lui?
«Viene vissuto come un parvenu, come un intruso».
E invece?
«Invece è un genio
».
Ma che senso aveva l’anticomunismo se il comunismo non c’era più?

«C’erano gli effetti della sbronza comunista. C’era ancora la paura del comunismo».
E Berlusconi ne ha approfittato. Marketing.
«Ma anche politica».
Glielo dice a Berlusconi che i comunisti non ci sono più?
«Glielo dico. Ma bisogna ammettere che è un ottimo argomento di vendita».
Politica e marketing…

«Se funziona... In fondo gli altri, pur di vendere copie, gli danno del pedofilo».
Molta ambizione…
«D’accordo, era pieno di sé, si sentiva migliore di quelli che vedeva intorno. Lui ha un naturale superiority complex. Si potrebbe dire che è un po’ bauscia. Ma ha dimostrato che è bravo: può permettersi queste cose».
Lei ha detto una volta:
«Berlusconi è un Ceausescu buono». «Intendevo un sovrano illuminato, tipo Re Sole».
Lui dice: «Purtroppo non ho il cinquantun per cento»...
«Trattare non gli piace. Gli riesce difficile prendere atto che la democrazia pone dei freni. Silvio è un uomo del fare. I freni gli danno fastidio. Ma non è un dittatore come dicono».

Questa lunghissima intervista a Confalonieri (tratta da lastampa.it) mi ha colpito molto. Confalonieri, giustamente, parla di Silvio come di un amico. Tranquillamente, espone difetti e, soprattutto, pregi del suo caro amico presidente. Ci ride su, alleggerisce i fatti, lo difende accusando le altre parti (gli amici lo fanno), parla di alcune delle sue mosse politiche come di bravate.

Va bene, Fedele, sei un buon amico. D’altra parte, avete girato il mondo insieme facendo piano bar sulle navi da crociera. Però, cerca di capire. Non è più un gioco, questo. Silvio ora è presidente del consiglio.. le cazzate che fa non riguardano voi due, ma quasi 60 milioni di persone. Più qualcuno all’estero.

Il tuo amico Silvio si è fatto strada, e tu insieme a lui. Vi siete divertiti, vi siete arricchiti, siete diventati importanti. Ora ci pensi tu a dirglielo che non è bravo a giocare al presidente del consiglio? Qualcuno gliele ha spiegate le regole prima? Forse non le ha capite! Dopo tanto tempo, uno si dimentica. Sarebbe il caso di rinfrescargli le idee. Le regole sono spiegate nella Costituzione Italiana, ricordi?

Poi, ci sarebbe da aggiungere ancora una cosa. Silvio non è l’unico giocatore in questo folle gioco. In teoria, saremmo in tanti. Un po’ tutti, ognuno è libero di partecipare. Non ho capito perché bisogna sempre fare vincere Silvio. Non gli hanno insegnato che in ogni partita c’è chi vince e c’è chi perde? Forse che lo fanno vincere perché è fastidioso vederlo piangere, dimenarsi, arrabbiarsi, urlare.. bè, sì, forse sì. Dopo un po’ uno si stanca, non ha più voglia e si arrende: “Ok, hai vinto tu. Contento?”.

Per concludere, ecco un altro assaggio dell’intervista.

Ho visto la sua tomba, nel mausoleo di Arcore.
«Una sciocchezza…»
L’ha fatta lui…
«Ma oh! Un po’ di megalomania gliela vogliamo dare?»
E diamogliela…
«Non avrebbe fatto quello che ha fatto se non fosse un po’ megalomane».

Ecco, proprio la parola che stavo cercando. MEGALOMANE. Solo un megalomane può mettere di mezzo 60 milioni di persone per fare i suoi porci comodi. Solo un megalomane ha bisogno di riflettori di tutto il mondo puntati addosso per sentirsi realizzato. Solo ad un megalomane è concesso di vincere sempre, o al massimo perdere, ma non secondo il regolamento. Perché non sono previsti salti turno o penitenze, per i megalomani.

Perché non sono previsti salti turno o penitenze, per i megalomani?

lunedì 2 novembre 2009

La S sta per Silvio.

Autore: Simo


Roma, 1 nov. (Apcom) - Venerdì l'apertura a Massimo D'Alema, la tentazione di svelenire il clima politico. Oggi un affondo durissimo, una promessa che farà discutere: Anche se mi condannano, non mi dimetto. Silvio Berlusconi, intervistato da Bruno Vespa, affronta lo spinoso argomento dei processi a suo carico, ripartiti dopo la bocciatura del Lodo Alfano. Il Cavaliere premette "Ho fiducia nell'esistenza di magistrati seri che pronunciano sentenze serie, basate sui fatti". Poi però aggiunge: "Se ci fosse una condanna in processi come questi, saremmo di fronte a un tale sovvertimento della verità che a maggior ragione sentirei il dovere di resistere al mio posto per difendere la democrazia e lo stato di diritto". Il premier non si limita a giurare che andrà comunque fino in fondo, ma interviene anche nel merito del processo Mills: "E' una sentenza che certo sarà annullata dalla Corte di Cassazione". Per Berlusconi, d'altra parte, il Presidente del Consiglio subisce una campagna internazionale "partita da 'Repubblica' e l''Espresso', per gettare fango su di me".

Fonte:
http://www.apcom.net/newspolitica/20091101_050840_3f88790_74939.html

Avete letto bene? Vi siete concentrati sulle frasi che vi ho messo in grassetto? Non vorrei mai fraintendere, vi dico ciò che ne deduco io e, se non siete d'accordo, commentate liberamente.

Praticamente, il nostro Premier Silvio Berlusconi afferma di avere piena fiducia nell'efficienza della magistratura italiana e poi aggiunge che se dovesse essere condannato sarebbe un errore della medesima magistratura o, peggio ancora, un piano diabolico per sradicarlo dalla sua poltrona... e quindi rimarrebbe comunque al suo posto per combattere il male al fianco di Mazinga e Ufo Robot.
Ecco, a questo punto mi chiedo: che limiti ha una figura politica che, anche se sotto condanna, continua comunque ad esercitare la sua carica, pur se inquinata dai crimini commessi? E soprattutto, a cosa si riduce il potere decisionale del popolo su chi deve sedersi su quella poltrona?

Non metto in dubbio che quasi il 35% dei votanti italiani (la maggioranza percentuale) nelle ultime elezioni ha votato il partito di Berlusconi, ma il Berlusconi che hanno votato allora non era sotto condanna. Non è una differenza da niente. Nel caso in cui fosse veramente condannato, per "difendere la democrazia" dovrebbe come minimo accettare di indire delle nuove elezioni, in modo tale da permettere a coloro che l'hanno votato in precedenza di decidere se il fatto che sia condannato è un problema o meno e di conseguenza se tenerlo al suo posto oppure eleggere qualcun altro. Purtroppo in Italia non esiste una legge che costringa il Premier a comportarsi in maniera democratica e dubito ci si possa appellare alla sua moralità.

Il Premier però aggiunge che se venisse condannato si tratterebbe di un "sovvertimento della verità" e quindi ci pone di fronte a un bivio: aut viene assolto e quindi la magistratura agisce bene e ci si può ancora fidare della giustizia italiana aut viene condannato e quindi la magistratura non è altro che un branco di cospiratori comunisti che vogliono incastrarlo. In ogni caso, le sue dimissioni non sono contemplate.

Ma dove si arriverà di questo passo? Allora se Berlusconi dovesse perdere alle prossime elezioni si tratterebbe di brogli e quindi rimarrebbe comunque al suo posto? Non dovesse essere rieletto, accuserebbe il popolo di cospirare contro di lui e rimarrebbe al suo posto, magari continuando ad asserire che il 70% degli italiani è con lui?

Non si deve mai sottovalutare il potere delle parole. Con quelle parole Silvio Berlusconi ha affermato che non esiste una circostanza legale che lo possa porre in condizione di essere rimosso dalla sua carica, niente di più e niente di meno. E allora dov'è la democrazia se il popolo non ha più un vero potere elettivo? Dov'è l'uguaglianza se il Premier si può permettere di commettere qualsiasi reato e passarla sempre liscia, accusando i giudici di inefficienza o addirittura di cospirazione? Dov'è la giustizia se le leggi più elementari della nostra Costituzione vengono viol(ent)ate?

venerdì 30 ottobre 2009

"The horror, the horror."

Autrice: Erica

"This is the way the world ends/
Not with a bang, but a with a whimper"

T.S Eliot -The Hollow Men"

Ricordo che nel giugno di quest’anno, circolava nella rete il video della morte di Neda, ragazza iraniana uccisa dalle milizie Basij, fedeli ad Ahmadinejad, durante le proteste per i brogli politici che hanno portato al potere l’ennesimo pazzo furioso che la Storia ignora.
Se non lo ricordate, era questo:




Voglio dire, io sono figlia del mio tempo, sono stata abituata attraverso i media e quant’altro a scene di violenza gratuita, incomprensibile, fine a sé stessa e autosoddisfatta. Sono cresciuta a pane e videogames splatter, bombardata da linguaggi che definire scurrili è un eufemismo da educande. E questo sebbene io tutto sommato sia cresciuta in un ambiente ovattato, che cercava di tenermi il più lontana possibile dalle brutture, finché è stato possibile. Ovviamente anche io sono stata fagocitata da questa spirale di trash, di sangue che chiama sangue, di giochi gladiatori che soddisfano le nostre voglie più perverse e, da quando ho avuto la facoltà di discernere autonomamente la realtà circostante, ho scelto di evitare questa mancanza di Bellezza, di bontà, questa cattiveria inconcepibile. La evito tuttora ma non posso dire di rimanere particolarmente sconcertata quando vengo a sapere dei soliti fatti di cronaca nera che riempiono i nostri rotocalchi e le nostre bocche delle più becere banalità. Ne prendo atto, per non scadere nella volgarità di commentare cose tanto aberranti dalla mia concezione di vita. Ne prendo atto, non per questo le comprendo. E ho imparato, spesso a mie spese, che molte volte non si può scavare a fondo. A volte la realtà di certi atti va presa come un dogma ed è frustrante per chi un minimo vuole capire e comprendere, ma quando ti trovi di fronte ad un orrore tale, a cui ti HANNO ABITUATO, che fai?
Niente. Pensi, almeno così faccio io, a lasciare il mondo alla sera un pochino migliore di come l’hai trovato al mattino. Questo non salverà vite forse, ma fa sentire meglio, anche fosse solo con sé stessi.

Bene, ricordo che dopo il video di Neda, rimasi agghiacciata. E in secondo luogo, stupita per la mia genuina reazione. Ho pensato che era strano che rimanessi così stupita di un orrore a cui, dopotutto, avevo, abbiamo fatto il callo. Ricordo di essere stata immobile a guardare lo schermo per alcuni secondi, basita.
E’ così che muore una persona dunque? In modo cosi naturale, fluido, silenzioso, discreto… gli unici rumori sono quelli di una realtà che non esiste più, che cessa di sbraitare nel momento in cui gli occhi si chiudono, in cui il sangue che fuoriesce non lo senti più… è così che funziona? Silenzioso, come lo spegnersi di una candela, insignificante…
Forse a quello pensavo in quei pochi secondi di stupore.


Ebbene, ieri quando ho visto il video di quell’uccisione di stampo camorristico in una grande città europea, nel 2009, pensavo la solita cosa, ecco un’altra scena di ordinaria follia che mi porterà inevitabilmente a pensare che a me cose del genere non potrebbero né potranno mai capitare, lo guardo sì, ma con indifferenza e distacco, come si guarda un acquario.
Ma così non è stato. E’ successo come con Neda. Sono rimasta a bocca aperta.
E’ così che una vita finisce? Gesti naturali come fumarsi una sigaretta ciondolando davanti ad un negozio, gesti naturali come prendere qualcosa da una tasca, gesti naturali come premere un grilletto
una
due
tre volte.
E intanto la gente passa, gioca al Grattaevinci –chissà che non sia la volta buona per- compra il pane e passeggia in un’assolata giornata autunnale. Passeggia, e magari si imbatte in qualcosa che non vuole né può vedere, che NON SI PUO’ PERMETTERE di vedere. E quindi? Quindi questo qualcosa lo si ignora, lo si glissa, è invisibile.
Lo si ignora come la rabbia e la frustrazione e la malinconia che ogni giorno ci si porta dentro ma che si nasconde, come polvere sotto il tappeto.


Lo si ignora perché ci nascondiamo coprendoci gli occhi, perché se noi non vediamo gli altri, come possono gli altri vedere noi?

No?

Povera patria...

Autore: Simo

Che cosa vuol dire "essere italiani"?

Vuol dire andare a puttane e tradire la moglie senza mai perdere la messa della domenica? Vuol dire essere bugiardi e senza scrupoli? Vuol dire pizza, pasta e mandolino? Vuol dire odiare le altre culture ma dichiararsi a favore dell'integrazione? Vuol dire essere in pace e continuare ad inviare militari nelle zone di guerra? Vuol dire andare a votare un politico senza nemmeno conoscere i punti salienti del suo programma? Vuol dire giustificare un reato perchè "tanto lo fan tutti"? Vuol dire accusare una vittima di stupro di essere una puttana? Vuol dire essere troppo limitati per comprendere che viviamo in una società e che ogni cosa, positiva e negativa, che facciamo per essa ci torna indietro come un boomerang? Vuol dire pensare che evadere le tasse possa risolvere la crisi? Vuol dire essere i pagliacci dell'UE? Vuol dire trovarsi in posizioni bassissime nelle graduatorie mondiali per la libertà d'espressione? Vuol dire sapere quando chiudere un occhio e quando chiuderne due? Vuol dire far finta di niente quando c'è un cadavere per terra? Vuol dire ricattare? Vuol dire sputare su ogni diritto umano? Vuol dire rigettare qualsiasi morale? Vuol dire non avere nessun valore a parte "riempirsi la panza"? Vuol dire essere nelle mani di politici corrotti? Vuol dire guardare il Grande Fratello e provare noia alla sola idea di informarsi seriamente su che cosa ci capita intorno? Vuol dire essere convinti di aver sempre ragione e non accettare mai un cambiamento, anche se in meglio? Vuol dire avere paura di fare la cosa giusta? Vuol dire essere indiffirenti? Vuol dire non avere un futuro? Che cosa vuol dire "essere italiani"?

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico,

ma nazione vivente, ma nazione... europea.

Cosa sei?

Terra di infanti, affamati, corrotti

governanti impiegati di agrari,

prefetti codini,

avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,

funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,

una caserma, un seminario, una spiaggia libera,

un casino.

Milioni di piccoli borghesi, come milioni di porci,

pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,

tra case coloniali scrostate ormai come chiese.

Proprio perchè tu sei esistita,

ora non esisti.

Proprio perchè fosti cosciente,

sei incosciente

e solo perchè sei cattolica

non puoi pensare che il tuo male

è tutto il male, colpa di ogni male.

Sprofonda

in questo tuo bel mare...

Libera il mondo.




Questo è solo ciò che è sotto i nostri occhi adesso. Ma c'è molto di più, da molto più tempo e che fa molto più schifo. Perdonate lo sfogo, ma io mi vergogno di condividere la mia nazionalità con gente che alle domande di prima, se fossero sincere, risponderebbero di sì. E avevo bisogno di chiarirlo.

martedì 27 ottobre 2009

DAS BERLUSCONI - Quiz

Autrice: Enrica

Se ogni tanto vi capita di spulciare qualche giornale straniero, vi sarete già sicuramente accorti quanto i nostri vicini europei ci considerino ridicoli, rispetto alla nostra situazione politica più che rispetto al popolo italiano.
Ebbene, oggi ho trovato un giochino molto divertente sul Süddeutsche Zeitung… http://www.sueddeutsche.de/politik/57/306020/spiel/
Il titolo è: KENNEN SIE DEN CAVALIERE? Che tradotto significa “conoscete il Cavaliere?”.
Esatto, è un giochino, un quiz, per vedere cosa ne sa la gente, in questo caso tedesca, del nostro caro primo ministro. Sulle prime mi sono messa a ridere, poi ci ho pensato bene. Adesso siamo diventati un gioco, con tanto di regole e di punteggi massimi? Ah, è questa dunque la considerazione data al nostro governo? Ma che bello! Ma cosa ne vogliono sapere, loro?
Prima di arrabbiarmi con i crucchi, ho deciso di dare un’occhiata ai risultati. Indovinate un po’? I tedeschi ne sanno, oh sì che ne sanno! Sono ai primi posti in classifica! Ma sapete chi c’è verso il fondo della classifica? Tanti italiani… Allora mi dico: dai, magari non hanno semplicemente capito le domande, o le risposte. Poi ci ripenso: uno che non sa il tedesco non può nemmeno cominciarlo, il quiz, quindi per forza deve avere capito.
Allora ho fatto anche io il test. Con 12 domande giuste su 15 (mea culpa, una non l’ho capita e due non le sapevo.. non avevo idea che il presidente del Belize avesse dedicato un’intera isola a Berlusconi, chiamandola Silvio Bay..), sono comunque verso la cima della classifica. Non ci voleva tanto. Considerato che quasi tutte le domande erano basate sul conflitto di interessi, sulle leggi a favore di Berlusconi e sui suoi ministri, un italiano che guardi il tg la sera, seppure distrattamente, dovrebbe saper rispondere in modo esatto.
Poi la mia mente ha formulato un altro, inquietante pensiero: ma tutte queste cose non le dicono la sera al tg! Certo che no! Ecco perché nessuno sapeva che lavoro facesse la Carfagna prima di essere eletta ministro.. E le altre domande? Effettivamente, al tg5 mai nessuno ci dirà di Silvio Berlusconi e del suo conflitto di interessi, sarebbe a loro stesso discapito. Ma la domanda più divertente, quella che ha alzato, spero, il punteggio degli italiani, è sicuramente questa:
  • Chi è la moglie del cavaliere?

a)Mara Carfagna

b)Noemi Letizia

c)Veronica Lario


Effettivamente uno straniero avrebbe potuto fare confusione. Non metto nemmeno la mano sul fuoco che tutti gli italiani che hanno fatto il quiz abbiano risposto esattamente. Era stato un tale bombardamento di notizie in quell’occasione che, ricordo, quasi quasi mi veniva da schierarmi dalla parte di Silvio…

lunedì 26 ottobre 2009

Ricatto sì, ricatto no...

Autore: Simo

Su ilGiornale.it è stato pubblicato un articolo dal titolo "Smettiamola col falso mito dei politici non ricattabili". Dopo averlo letto non ho proprio resistito. Ve ne ripropongo i brani che ho ritenuto più interessanti, seguiti da qualche considerazione personale.

Ma cos’è questo nuovo refrain della «ricattabilità politica», usato a sproposito? Secondo la quale «un politico non deve essere ricattabile» (addirittura, nella sua versione estesa, un «personaggio pubblico non deve essere ricattabile»), ma ricattabile rispetto a cosa, a con chi va o meno a letto o in piedi? Messa così è una messa cantata e una messa in quel posto da cui non si salverà nessuno. E, si noti, con pubblico ludibrio verso il ricattato, non verso i ricattatori. Fa più simpatia una prostituta di lusso che viene sul lettone con te munita di registratore, anzi diventa una vittima del sistema, rispetto a chi viene tradito nella fiducia personale, intima,
privatissima, che poco c’entra con gli affari pubblici. Nel caso di Berlusconi la ricattabilità non c’era (un ricatto tentato non presuppone l’essere ricattabili), poiché la signora voleva lo sblocco di una licenza edilizia, e non l’ha avuta, anzi non è stata neppure pagata. E quindi su cosa ti ricatto, sul fatto che sei venuto a letto con me?
La risposta è sì, perchè se il fatto di essere venuto a letto con te è scomodo per la mia immagine e la mia attendibilità, allora esso può divenire un ottimo motivo di ricatto.
Ma perchè dei politici ricattabili dovrebbero dimettersi? Se un politico diviene oggetto di ricatto, va in frantumi la garanzia che le scelte che prenderà in ambito politico non saranno deviate da interessi di altri. Chi garantisce che dietro alle decisioni da lui prese non ci sia un burattinaio ricattatore che sfrutta le informazioni scomode di cui è in possesso per costringere l'inerme marionetta a muoversi di qua piuttosto che di là, a dire un sì piuttosto che un no? La fiducia nella libertà decisionale di un politico viene necessariamente a mancare se quest'ultimo è vittima di un ricatto. Come si può affermare che quello della «ricattabilità politica» sia un refrain usato a sproposito? Casomai è un problema gravissimo che va pesato con la giusta misura.
L'articolo poi continua:

Inoltre secondo la logica della ricattabilità in questioni di letto, chiunque è ricattabile, vogliamo fare un censimento dei clienti di trans, prostitute e prostituti, spesso normali mariti e padri di famiglia, di cui la moglie non sia a conoscenza? Ma anche, semplicemente, di chi ha una semplice amante (o addirittura un qualsiasi cattolico sposato in Chiesa sorpreso a fare sesso non «unitivo e procreativo» con la propria moglie).

E se ti colleghi ai siti porno? Mmm, dipende, di quale genere? Mica sarai un feticista dei piedi? Potrebbe essere ricattabile un direttore di banca: ti ho fotografato a letto con un’altra donna, bello mio, ora dammi un fido che non potrei avere altrimenti ti sputtano. O un impiegato delle Poste, che quando mi vede, sapendo che io so che lui sa che io so, mi fa saltare la fila e mi paga i francobolli delle raccomandate. O un obeso a dieta, sorpreso a strafogarsi in un ristorante, se lo sapesse la moglie chiederebbe il divorzio, quasi quasi lo ricatto, e siccome è un dentista avrò le protesi gratis.

Però... che bel ragionamento! Quindi se fosse diffuso l'uso di ammazzare il prossimo la soluzione sarebbe abolire il reato di omicidio e renderlo legale? Ma poi il punto è un altro. Qui non si parla del signor Mario Rossi impiegato FIAT, non si parla di persone comuni, ma di alte cariche del governo. Berlusconi è il Presidente del Consiglio, l'immagine dell'Italia all'estero è il suo volto e la sua reputazione è il biglietto da visita del nostro paese. Nel tuo privato puoi fare ciò che vuoi, se ti piacciono i trans o le donne o gli uomini non cambia nulla, anche se sei un politico. Ma se a causa dei tuoi vizietti diventi un possibile ricattato, allora non puoi restare su quella poltrona, perché sei un rischio che il popolo non deve accettare di correre!
Massimiliano Parente continua l'articolo focalizzando l'attenzione sul caso Marrazzo (nella foto), che in questi giorni è stato vittima di un ricatto facente perno su due video nei quali il Presidente della Regione Lazio appare in compagnia di due trans. A un certo punto scrive:
Fossi stato Marrazzo non mi sarei dimesso [...], anzi avrei invocato la privacy di cui la sinistra aveva fatto una bandiera (prima di ammainarla perché era troppo irresistibile girare intorno al letto del loro mito Silvio per mesi e mesi), avrei detto che sono fatti miei e, al massimo, di sua moglie (la quale lo ha lasciato, quanto è ingiusta la vita: sessualmente non la stava tradendo né con un’altra donna né con un altro uomo). Invece il Pd ha propiziato o accettato le dimissioni, così può sottintendere: vedete, il nostro si dimette, il vostro no?
Ma certo, questo è proprio lo stampo della politica made in Italy: la tecnica del "nascondi la polvere sotto il tappeto"... Occhio non vede, cuore non duole. E così invece di lodare l'etica corretta dell'allontanamento di Marrazzo (e magari prenderne esempio), si finisce con l'insinuare che sia tutto un complotto per poter allontanare Berlusconi nello stesso modo. Coda di paglia? In ogni caso, a prescindere da quali fossero le intenzioni del PD, Marrazzo, che ha chiesto scusa e si è fatto da parte, si è dimostrato eticamente più corretto rispetto a Berlusconi, che ha negato fino alla fine i suoi incontri piccanti e poi se n'è quasi fatto un vanto (o almeno l'han fatto i suoi sostenitori).
L'autore termina il suo articolo con un delirio di termini da sexy shop che ci riporta comunque al punto di partenza:
Fosse stata la signora Maria, magari ruspante, pacioccona e chubby come Rosy Bindi, che abita sul tuo stesso pianerottolo cambiava tutto, purché non escano fuori delle foto con lei in tuta di latex e frustino sadomaso
(n.d.r.: e povera Rosy Bindi, lasciatela un po' in pace!)

Sì, è proprio così! Per quanto mi riguarda, Berlusconi, Marrazzo e chi altri si voglia unire al trenino possono avere rapporti sessuali anche con i lemuri, non mi interessa. L'importante è che tutto ciò non divenga mezzo di riscatto, perchè finché i tuoi gusti sessuali rimangono nel privato e sei un comune cittadino va tutto bene, ma se sei un onorevole (magari perfino il Premier) e sei così pirla da farti registrare/riprendere e ricattare allora le cose cambiano, perchè diventi un pupazzo nelle mani di altri e allora chi può garantirmi che continuerai a fare il tuo dovere di politico e non i comodi del tuo burattinaio pur di salvare la faccia?

sabato 24 ottobre 2009

Se questo è un paese.

Autore: Simo



Montalto di Castro, attacco della Cgil dopo la decisione della giunta ulivista

Accusati di stupro, il sindaco paga l'avvocato

Il sindaco stanzia 5.000 euro a testa per i violentatori:
«Hanno diritto a un giusto processo». «È una vergogna», risponde la Cgil

ROMA — Festa di 18 anni in paese. Un certo Giuseppe, il 31 marzo scorso, fa le cose in grande: oltre cento invitati, molti imbucati. Una ragazza di 16 anni viene portata in una pineta alle porte di Montalto di Castro, a 500 metri dal locale: in otto la circondano minacciosamente. Uno inizia a spogliarla. Poi si fanno avanti gli altri. Uno stupro di gruppo andato avanti tre ore. Oggi il Comune ha deciso: quei ragazzi vanno difesi con i soldi dell'amministrazione. È lo stesso sindaco a rivendicare la scelta: cinquemila euro a testa «per garantire un giusto processo». Una decisione che, nel centro a 110 chilometri a nord di Roma, sull'Aurelia, ha scatenato durissime polemiche. «È una vergogna, uno scandalo. Quei soldi pubblici — ha dichiarato Miranda Perinelli, della segreteria provinciale della Cgil di Viterbo — sono usati contro una sedicenne che ha avuto il coraggio di denunciare la violenza sessuale subita. È incredibile ma è così». Ma il sindaco di Montalto Salvatore Carai, diessino eletto in una coalizione dell'Ulivo, non ci sta. Respinge le critiche, professa la sua fede «al principio di presunzione d'innocenza » e si dice con convinzione «garantista »: «Così abbiamo deciso di aiutare questi ragazzi che non sono in grado di provvedere da soli, né con l'aiuto delle famiglie, alla loro difesa. Sono operai, apprendisti, gente con poche possibilità economiche ». Ma non bastava l'avvocato d'ufficio, pagato dallo Stato? «Mi intendo poco di queste cose — ribatte Carai — ma è chiaro che questi soldi dovranno restituirli: hanno firmato anche una fidejussione. I genitori mi hanno fatto una richiesta per iscritto e, su proposta dei servizi sociali, ho risposto positivamente. È vero, questi ragazzi forse hanno sbagliato: ma tocca a noi condannarli? ». Una posizione ritenuta inaccettabile dalla Perinelli, che sollecita «le istituzioni, le forze politiche e la consigliera delegata alle pari opportunità della Provincia ad esprimersi a sostegno della ragazza vittima dello stupro». «Oltre a gridare forte il nostro sdegno e profondo disprezzo — aggiunge la sindacalista — chiediamo se sia legittimo utilizzare i soldi pubblici per questo fine». All'indomani degli arresti, gli amici a Montalto avevano fatto muro: «Era un gioco, lei ci stava, era ubriaca fradicia, non è una santarellina. Aveva la minigonna nera e li ha provocati ». Solo uno, davanti ai genitori, aveva ammesso: «Ho sbagliato, ho fatto una c... ». Poi più nulla, da nessuno: né una lacrima né un gesto di pentimento. Oggi, a loro favore, il Comune è pronto a concedere il prestito. «È chiaro che questo è un caso limite, proprio perché sono coinvolti dei minori — precisa Carai —non a caso la delibera è stata predisposta in base a una relazione delle assistenti sociali, in cui si evidenzia che quei ragazzi vanno comunque sostenuti. Ho piena fiducia nella giustizia: anche se dovessero risultare colpevoli, le istituzioni avrebbero comunque il dovere di favorire il loro recupero e il loro reinserimento sociale». Alla domanda se abbia compiuto qualche gesto di solidarietà anche verso la povera ragazzina vittima di violenza, il sindaco Carai però si schermisce: «Non la conosco, non l'ho mai vista in faccia. Non mi ha mai chiesto niente».

Flavia Fiorentino
Corriere della Sera, 19 luglio 2007
Fonte:
corriere.it


02 agosto 2007

Il politico voleva pagare le spese legale a sei giovani accusati di stupro


Stupro Montalto, Carai al contrattacco


Il sindaco definisce la Finocchiaro «una talebana del c...» e a Fassino dice: «È lui che ha bisogno di me, non io di lui»


MONTALTO DI CASTRO (Viterbo) - Prima voleva pagare le spese legali a sei degli otto minorenni del suo paese accusati di aver stuprato in gruppo una quindicenne. Adesso, invece, Salvatore Carai, sindaco diessino di Montalto di Castro, ha alzato la mira e attaccato senza mezzi termini la classe politica. Il giorno in cui inviò una lunga lettera alla stampa, spiegando perchè aveva anticipato le spese legali a sei degli otto minorenni e chiedeva scusa alla ragazza per averla involontariamente offesa, Carai annunciò che non avrebbe mai più detto una parola sulla vicenda. Invece, non ha mantenuto la promessa ed ha trasformato quello che avrebbe dovuto essere il giorno della 'pietra sopra' nel giorno delle affermazioni deflagranti, destinate a rinfocolare le polemiche.


GIORNATA CONVULSA - Prima ha annunciato che la seduta del consiglio comunale, in cui era in discussione la mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata da An e Forza Italia, che peraltro non aveva alcuna possibilità di essere accolta, sarebbe stata preceduta da una manifestazione a suo favore. Così alle 17.30 un'ottantina di persone, quasi tutte donne, esibendo uno striscione con la scritta «Salvatore non mollare, siamo tutti con te» e urlando lo slogan «Carai resta dove stai», hanno attraversato le strade di Montalto fino al municipio. Poi, nell'aula consiliare, il vero e proprio show del sindaco diessino: Carai improvvisamente ha cambiato i toni pacati dei giorni scorsi ed è passato all'offensiva. All'opposizione che gli ricordava che anche la senatrice Anna Finocchiaro aveva criticato il suo operato, ha risposto senza mezzi termini che il capogruppo dell' Ulivo a Palazzo Madama «è una talebana del c...». A chi invece gli ha ricordato che perfino il segretario nazionale del suo partito, Piero Fassino, gli aveva chiesto di revocare i provvedimenti, ha replicato testualmente: «E' il segretario del mio partito ad avere bisogno di me e non io di lui». E' seguita così la votazione sulla mozione di sfiducia, bocciata con 11 voti contrari, quelli del centrosinistra, e 5 a favore, quelli della Cdl. Subito dopo, Carai è sceso in piazza a raccogliere gli applausi e le strette di mano dei fans.


LE REAZIONI - A Carai ha risposto in serata il portavoce di Fassino secondo cui «al punto in cui siamo, l'unico ad aver bisogno forse di qualcosa, per esempio di un periodo di riposo, è lo stesso signor Carai che ha dimostrato, ancora una volta, assoluto sprezzo del ridicolo e totale mancanza di responsabilità e misura. La lista delle persone a cui dovrebbe chiedere scusa si allunga». Diversa la posizione della Finocchiaro, che ha preferito non commentare la notizia: «Non merita nemmeno risposte», ha detto.


DIETROFRONT - Ma la telenovela non finisce qui. In tarda serata è arrivato l'ennesimo colpo di scena di una giornata assai convulsa (e confusa) per il sindaco della città laziale. «Io ho una profondissima stima nei confronti del presidente dei senatori dell'Ulivo, Anna Finocchiaro, e nei confronti del segretario del mio partito, Piero Fassino. Le frasi che mi sono state attribuite sono estrapolate da ogni contesto e prive di fondamento». Salvatore Carai smentisce così di aver pronunciato «frasi offensive» nei confronti di Anna Finocchiaro e di Fassino. «Ho per loro un grande rispetto - aggiunge Carai - sono state travisate le mie parole. Non ho mai detto che lei era una talebana e ribadisco che contro di me è in atto un'accanimento mediatico senza precedenti. Soprattutto da parte delle donne».



Fonte: corriere.it



Una cosa per volta. Chi è Salvatore Carai (nella foto)? Membro del PD, nasce in provincia di Nuoro il 06/07/1955 e diviene Sindaco di Montalto di Castro nel 2002, per poi essere rieletto nel 2007. La sua figura passa alquanto inosservata fino a quel fatidico 31 marzo. Una bella ragazza di Tarquinia, in occasione di una festa, decide di rendersi un po' provocante e indossa una minigonna. A quanto pare, questo basta a giustificare l'atto di quegli otto ragazzi di Montalto che quella sera l'han portata in un bosco e l'hanno stuprata per circa 3 ore (che per la cronaca corrsipondono a 10800 secondi, cominciate a contare). L'accaduto è rimasto sepolto sotto la polvere mediatica per 2 anni, ma oggi gli stupratori hanno confessato e l'argomento scomodo è tornato a brillare.

Leggendo i vari articoli al riguardo comparsi sui quotidiani (cartacei e non) e seguendo i programmi televisivi che han dedicato parte del loro costosissimo tempo alla vicenda, emerge una verità sconcertante e nauseante: praticamente l'intera popolazione di Montalto appoggia gli stupratori e nessuno ha intenzione di muovere un dito.

Aggiungiamo un paio di particolari evidenziati dall'articolo "La vita ferita dopo lo stupro"(*) tratto da "Il Fatto Quotidiano" del 24 ottobre scorso e scritto da Beatrice Borromeo:


  • I ragazzi oggi hanno confessato e, come prevede la legge, sono stati affidati per due anni al Comune (niente prigione). Se supereranno questa 'prova', il reato sarà estinto. Come se nulla fosse successo.


  • Il sindaco di Montalto, Salvatore Carai, è lo zio di uno degli stupratori. Ecco perchè li difende: per aiutare il nipote, doveva aiutarli tutti.

La faccenda puzza e non poco. A tutto ciò si aggiungono le dichiarazioni della ragazza, che ha finalmente trovato il coraggio di esprimersi (*):


  • Quelli sono ragazzi ricchi, figli di gente che in paese conta.


  • La signora Carai, madre dello sturpatore, ha offerto a un mio amico di pagargli l'Università a Roma, se avesse testimoniato contro di me dicendo che sono una facile.

Allucinanti le dichiarazioni dei compaesani (*):


  • Sono bravi ragazzi, la colpa è di lei.


  • Non è vero niente, non hanno bisogno di violentare, lei è una facile.


  • Avessi avuto 13 anni mi sarei messo in fila. (n.d.r.: pronunciata da un settantenne che è stato prontamente denunciato dal padre della ragazza)

Insomma, una vittima di stupro vede un paese intero schierarsi contro di lei , i suoi amici voltarle le spalle e accusarla di essere una troietta, la bilancia della giustizia pendere incredibilmente dalla parte di chi le ha strappato dignità, spensieratezza e (forse) felicità per sempre.

E in tutto questo, cosa succede a Salvatore Carai, il sindaco che ha stanziato 20.000 euro in difesa del gruppo di stupratori in cui figurava anche il suo caro nipotino? Per ora, niente. Anna Finocchiaro, capogruppo PD al Senato, due anni fa si schierò contro Carai il quale, da vero gentleman e grande diplomatico, la apostrofò con le parole "talebana del cazzo". Ebbene, Barbara Borromeo ci informa che oggi però Carai e la Finocchiaro si trovano dalla stessa parte a sostenere il candidato Pierluigi Bersani alla guida del PD, in vista delle prossime primarie. La vittima dello stupro domanda al PD: "com'è possibile che quel signore continui a fare il sindaco? Perché non lo cacciate?" e l'onorevole Debora Serracchiani, deputata del PD, intervistata dalla Borromeo se ne esce con una frase così: "ma nessuno ripagherà la ragazza, indipenentemente dalle posizioni politiche che prendiamo. Avrà bisogno di tempo per stare meglio, sarà difficile, non credo che le interessi la posizione interna a un partito". Lascio a voi i commenti.

Ho dato un'occhiata al Programma di governo 2007-2012 (scaricabile in pdf) del caro sindaco. A pagina 3, nel paragrafo titolato "POLITICHE GIOVANILI" si legge:


Il problema di quei giovani che vivono con disagio la propria realtà è un problema che deve essere sentito come una vera e propria emergenza sociale da combattere con le armi dell'aggregazione, della socializzazione e del sostegno.
I giovani sono il futuro della nostra comunità: la nostra comunità deve garantire loro un oggi migliore.
Dobbiamo dunque porci come obiettivo prioritario il soddisfacimento delle esigenze di ogni bambino o ragazzo: studiare, giocare, divertirsi, curarsi nel senso di prendersi cura di se stessi e degli altri.
Plasmare, attraverso l'arte del governo, un disegno culturale che produca inclusione e non esclusione, che accomuni ed unisca.
In particolare l’obiettivo che ci poniamo è quello di generare, attraverso un coinvolgimento diretto dei ragazzi, una specifica attenzione sulle tematiche che riteniamo più importanti come ad esempio il rispetto degli altri, il senso civico ed il rispetto ambientale.

Congratulazioni sindaco Carai, ottimo esempio di personificazione del detto "predicar bene, razzolar male"! (APPLAUSI)
Cercando approfondimenti per il presente post, ho effettuato una ricerca su Youtube utilizzando come keywords le parole "montalto di castro 2007" e mi son trovato davanti questo:



Un video di pesca, uno sul carnevale, uno sulla sagra del melone... dello stupro non c'è traccia. Cambio "2007" in "2009"... Niente.

Non voglio dilungarmi, perciò vi lascio alle vostre riflessioni accompagnando il mio saluto con alcune dichiarazioni della ragazza violentata (*) e con un video che dà un'idea del clima in cui questa ragazza sta vivendo e il modo in cui si parla (o forse sarebbe meglio dire 'si fa spettacolo') dell'argomento.


Perchè i giornali parlano sempre al condizionale? Dicono 'i presunti stupratori' e 'avrebbero violentato'. Hanno confessato, è a verbale! Cos'altro serve a un paese per prendere posizione? [...] E' vero, sono una bella ragazza, per fortuna. Mi rinfacciano il fatto che la notte che mi hanno stuprata indossavo una minigonna. E' forse una colpa? Anche se una donna andasse in giro nuda, nessuno avrebbe il diritto di toccarla. [...] Se altre ragazze vedono quello che è successo a me, non denunceranno mai più uno stupro. Non conviene. Se io potessi tornare indietro, non aprirei bocca. Starei zitta, perchè il tempo passa, la gente dimentica. Io cosa ho ottenuto?