venerdì 30 ottobre 2009

"The horror, the horror."

Autrice: Erica

"This is the way the world ends/
Not with a bang, but a with a whimper"

T.S Eliot -The Hollow Men"

Ricordo che nel giugno di quest’anno, circolava nella rete il video della morte di Neda, ragazza iraniana uccisa dalle milizie Basij, fedeli ad Ahmadinejad, durante le proteste per i brogli politici che hanno portato al potere l’ennesimo pazzo furioso che la Storia ignora.
Se non lo ricordate, era questo:




Voglio dire, io sono figlia del mio tempo, sono stata abituata attraverso i media e quant’altro a scene di violenza gratuita, incomprensibile, fine a sé stessa e autosoddisfatta. Sono cresciuta a pane e videogames splatter, bombardata da linguaggi che definire scurrili è un eufemismo da educande. E questo sebbene io tutto sommato sia cresciuta in un ambiente ovattato, che cercava di tenermi il più lontana possibile dalle brutture, finché è stato possibile. Ovviamente anche io sono stata fagocitata da questa spirale di trash, di sangue che chiama sangue, di giochi gladiatori che soddisfano le nostre voglie più perverse e, da quando ho avuto la facoltà di discernere autonomamente la realtà circostante, ho scelto di evitare questa mancanza di Bellezza, di bontà, questa cattiveria inconcepibile. La evito tuttora ma non posso dire di rimanere particolarmente sconcertata quando vengo a sapere dei soliti fatti di cronaca nera che riempiono i nostri rotocalchi e le nostre bocche delle più becere banalità. Ne prendo atto, per non scadere nella volgarità di commentare cose tanto aberranti dalla mia concezione di vita. Ne prendo atto, non per questo le comprendo. E ho imparato, spesso a mie spese, che molte volte non si può scavare a fondo. A volte la realtà di certi atti va presa come un dogma ed è frustrante per chi un minimo vuole capire e comprendere, ma quando ti trovi di fronte ad un orrore tale, a cui ti HANNO ABITUATO, che fai?
Niente. Pensi, almeno così faccio io, a lasciare il mondo alla sera un pochino migliore di come l’hai trovato al mattino. Questo non salverà vite forse, ma fa sentire meglio, anche fosse solo con sé stessi.

Bene, ricordo che dopo il video di Neda, rimasi agghiacciata. E in secondo luogo, stupita per la mia genuina reazione. Ho pensato che era strano che rimanessi così stupita di un orrore a cui, dopotutto, avevo, abbiamo fatto il callo. Ricordo di essere stata immobile a guardare lo schermo per alcuni secondi, basita.
E’ così che muore una persona dunque? In modo cosi naturale, fluido, silenzioso, discreto… gli unici rumori sono quelli di una realtà che non esiste più, che cessa di sbraitare nel momento in cui gli occhi si chiudono, in cui il sangue che fuoriesce non lo senti più… è così che funziona? Silenzioso, come lo spegnersi di una candela, insignificante…
Forse a quello pensavo in quei pochi secondi di stupore.


Ebbene, ieri quando ho visto il video di quell’uccisione di stampo camorristico in una grande città europea, nel 2009, pensavo la solita cosa, ecco un’altra scena di ordinaria follia che mi porterà inevitabilmente a pensare che a me cose del genere non potrebbero né potranno mai capitare, lo guardo sì, ma con indifferenza e distacco, come si guarda un acquario.
Ma così non è stato. E’ successo come con Neda. Sono rimasta a bocca aperta.
E’ così che una vita finisce? Gesti naturali come fumarsi una sigaretta ciondolando davanti ad un negozio, gesti naturali come prendere qualcosa da una tasca, gesti naturali come premere un grilletto
una
due
tre volte.
E intanto la gente passa, gioca al Grattaevinci –chissà che non sia la volta buona per- compra il pane e passeggia in un’assolata giornata autunnale. Passeggia, e magari si imbatte in qualcosa che non vuole né può vedere, che NON SI PUO’ PERMETTERE di vedere. E quindi? Quindi questo qualcosa lo si ignora, lo si glissa, è invisibile.
Lo si ignora come la rabbia e la frustrazione e la malinconia che ogni giorno ci si porta dentro ma che si nasconde, come polvere sotto il tappeto.


Lo si ignora perché ci nascondiamo coprendoci gli occhi, perché se noi non vediamo gli altri, come possono gli altri vedere noi?

No?

Povera patria...

Autore: Simo

Che cosa vuol dire "essere italiani"?

Vuol dire andare a puttane e tradire la moglie senza mai perdere la messa della domenica? Vuol dire essere bugiardi e senza scrupoli? Vuol dire pizza, pasta e mandolino? Vuol dire odiare le altre culture ma dichiararsi a favore dell'integrazione? Vuol dire essere in pace e continuare ad inviare militari nelle zone di guerra? Vuol dire andare a votare un politico senza nemmeno conoscere i punti salienti del suo programma? Vuol dire giustificare un reato perchè "tanto lo fan tutti"? Vuol dire accusare una vittima di stupro di essere una puttana? Vuol dire essere troppo limitati per comprendere che viviamo in una società e che ogni cosa, positiva e negativa, che facciamo per essa ci torna indietro come un boomerang? Vuol dire pensare che evadere le tasse possa risolvere la crisi? Vuol dire essere i pagliacci dell'UE? Vuol dire trovarsi in posizioni bassissime nelle graduatorie mondiali per la libertà d'espressione? Vuol dire sapere quando chiudere un occhio e quando chiuderne due? Vuol dire far finta di niente quando c'è un cadavere per terra? Vuol dire ricattare? Vuol dire sputare su ogni diritto umano? Vuol dire rigettare qualsiasi morale? Vuol dire non avere nessun valore a parte "riempirsi la panza"? Vuol dire essere nelle mani di politici corrotti? Vuol dire guardare il Grande Fratello e provare noia alla sola idea di informarsi seriamente su che cosa ci capita intorno? Vuol dire essere convinti di aver sempre ragione e non accettare mai un cambiamento, anche se in meglio? Vuol dire avere paura di fare la cosa giusta? Vuol dire essere indiffirenti? Vuol dire non avere un futuro? Che cosa vuol dire "essere italiani"?

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico,

ma nazione vivente, ma nazione... europea.

Cosa sei?

Terra di infanti, affamati, corrotti

governanti impiegati di agrari,

prefetti codini,

avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,

funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,

una caserma, un seminario, una spiaggia libera,

un casino.

Milioni di piccoli borghesi, come milioni di porci,

pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,

tra case coloniali scrostate ormai come chiese.

Proprio perchè tu sei esistita,

ora non esisti.

Proprio perchè fosti cosciente,

sei incosciente

e solo perchè sei cattolica

non puoi pensare che il tuo male

è tutto il male, colpa di ogni male.

Sprofonda

in questo tuo bel mare...

Libera il mondo.




Questo è solo ciò che è sotto i nostri occhi adesso. Ma c'è molto di più, da molto più tempo e che fa molto più schifo. Perdonate lo sfogo, ma io mi vergogno di condividere la mia nazionalità con gente che alle domande di prima, se fossero sincere, risponderebbero di sì. E avevo bisogno di chiarirlo.

martedì 27 ottobre 2009

DAS BERLUSCONI - Quiz

Autrice: Enrica

Se ogni tanto vi capita di spulciare qualche giornale straniero, vi sarete già sicuramente accorti quanto i nostri vicini europei ci considerino ridicoli, rispetto alla nostra situazione politica più che rispetto al popolo italiano.
Ebbene, oggi ho trovato un giochino molto divertente sul Süddeutsche Zeitung… http://www.sueddeutsche.de/politik/57/306020/spiel/
Il titolo è: KENNEN SIE DEN CAVALIERE? Che tradotto significa “conoscete il Cavaliere?”.
Esatto, è un giochino, un quiz, per vedere cosa ne sa la gente, in questo caso tedesca, del nostro caro primo ministro. Sulle prime mi sono messa a ridere, poi ci ho pensato bene. Adesso siamo diventati un gioco, con tanto di regole e di punteggi massimi? Ah, è questa dunque la considerazione data al nostro governo? Ma che bello! Ma cosa ne vogliono sapere, loro?
Prima di arrabbiarmi con i crucchi, ho deciso di dare un’occhiata ai risultati. Indovinate un po’? I tedeschi ne sanno, oh sì che ne sanno! Sono ai primi posti in classifica! Ma sapete chi c’è verso il fondo della classifica? Tanti italiani… Allora mi dico: dai, magari non hanno semplicemente capito le domande, o le risposte. Poi ci ripenso: uno che non sa il tedesco non può nemmeno cominciarlo, il quiz, quindi per forza deve avere capito.
Allora ho fatto anche io il test. Con 12 domande giuste su 15 (mea culpa, una non l’ho capita e due non le sapevo.. non avevo idea che il presidente del Belize avesse dedicato un’intera isola a Berlusconi, chiamandola Silvio Bay..), sono comunque verso la cima della classifica. Non ci voleva tanto. Considerato che quasi tutte le domande erano basate sul conflitto di interessi, sulle leggi a favore di Berlusconi e sui suoi ministri, un italiano che guardi il tg la sera, seppure distrattamente, dovrebbe saper rispondere in modo esatto.
Poi la mia mente ha formulato un altro, inquietante pensiero: ma tutte queste cose non le dicono la sera al tg! Certo che no! Ecco perché nessuno sapeva che lavoro facesse la Carfagna prima di essere eletta ministro.. E le altre domande? Effettivamente, al tg5 mai nessuno ci dirà di Silvio Berlusconi e del suo conflitto di interessi, sarebbe a loro stesso discapito. Ma la domanda più divertente, quella che ha alzato, spero, il punteggio degli italiani, è sicuramente questa:
  • Chi è la moglie del cavaliere?

a)Mara Carfagna

b)Noemi Letizia

c)Veronica Lario


Effettivamente uno straniero avrebbe potuto fare confusione. Non metto nemmeno la mano sul fuoco che tutti gli italiani che hanno fatto il quiz abbiano risposto esattamente. Era stato un tale bombardamento di notizie in quell’occasione che, ricordo, quasi quasi mi veniva da schierarmi dalla parte di Silvio…

lunedì 26 ottobre 2009

Ricatto sì, ricatto no...

Autore: Simo

Su ilGiornale.it è stato pubblicato un articolo dal titolo "Smettiamola col falso mito dei politici non ricattabili". Dopo averlo letto non ho proprio resistito. Ve ne ripropongo i brani che ho ritenuto più interessanti, seguiti da qualche considerazione personale.

Ma cos’è questo nuovo refrain della «ricattabilità politica», usato a sproposito? Secondo la quale «un politico non deve essere ricattabile» (addirittura, nella sua versione estesa, un «personaggio pubblico non deve essere ricattabile»), ma ricattabile rispetto a cosa, a con chi va o meno a letto o in piedi? Messa così è una messa cantata e una messa in quel posto da cui non si salverà nessuno. E, si noti, con pubblico ludibrio verso il ricattato, non verso i ricattatori. Fa più simpatia una prostituta di lusso che viene sul lettone con te munita di registratore, anzi diventa una vittima del sistema, rispetto a chi viene tradito nella fiducia personale, intima,
privatissima, che poco c’entra con gli affari pubblici. Nel caso di Berlusconi la ricattabilità non c’era (un ricatto tentato non presuppone l’essere ricattabili), poiché la signora voleva lo sblocco di una licenza edilizia, e non l’ha avuta, anzi non è stata neppure pagata. E quindi su cosa ti ricatto, sul fatto che sei venuto a letto con me?
La risposta è sì, perchè se il fatto di essere venuto a letto con te è scomodo per la mia immagine e la mia attendibilità, allora esso può divenire un ottimo motivo di ricatto.
Ma perchè dei politici ricattabili dovrebbero dimettersi? Se un politico diviene oggetto di ricatto, va in frantumi la garanzia che le scelte che prenderà in ambito politico non saranno deviate da interessi di altri. Chi garantisce che dietro alle decisioni da lui prese non ci sia un burattinaio ricattatore che sfrutta le informazioni scomode di cui è in possesso per costringere l'inerme marionetta a muoversi di qua piuttosto che di là, a dire un sì piuttosto che un no? La fiducia nella libertà decisionale di un politico viene necessariamente a mancare se quest'ultimo è vittima di un ricatto. Come si può affermare che quello della «ricattabilità politica» sia un refrain usato a sproposito? Casomai è un problema gravissimo che va pesato con la giusta misura.
L'articolo poi continua:

Inoltre secondo la logica della ricattabilità in questioni di letto, chiunque è ricattabile, vogliamo fare un censimento dei clienti di trans, prostitute e prostituti, spesso normali mariti e padri di famiglia, di cui la moglie non sia a conoscenza? Ma anche, semplicemente, di chi ha una semplice amante (o addirittura un qualsiasi cattolico sposato in Chiesa sorpreso a fare sesso non «unitivo e procreativo» con la propria moglie).

E se ti colleghi ai siti porno? Mmm, dipende, di quale genere? Mica sarai un feticista dei piedi? Potrebbe essere ricattabile un direttore di banca: ti ho fotografato a letto con un’altra donna, bello mio, ora dammi un fido che non potrei avere altrimenti ti sputtano. O un impiegato delle Poste, che quando mi vede, sapendo che io so che lui sa che io so, mi fa saltare la fila e mi paga i francobolli delle raccomandate. O un obeso a dieta, sorpreso a strafogarsi in un ristorante, se lo sapesse la moglie chiederebbe il divorzio, quasi quasi lo ricatto, e siccome è un dentista avrò le protesi gratis.

Però... che bel ragionamento! Quindi se fosse diffuso l'uso di ammazzare il prossimo la soluzione sarebbe abolire il reato di omicidio e renderlo legale? Ma poi il punto è un altro. Qui non si parla del signor Mario Rossi impiegato FIAT, non si parla di persone comuni, ma di alte cariche del governo. Berlusconi è il Presidente del Consiglio, l'immagine dell'Italia all'estero è il suo volto e la sua reputazione è il biglietto da visita del nostro paese. Nel tuo privato puoi fare ciò che vuoi, se ti piacciono i trans o le donne o gli uomini non cambia nulla, anche se sei un politico. Ma se a causa dei tuoi vizietti diventi un possibile ricattato, allora non puoi restare su quella poltrona, perché sei un rischio che il popolo non deve accettare di correre!
Massimiliano Parente continua l'articolo focalizzando l'attenzione sul caso Marrazzo (nella foto), che in questi giorni è stato vittima di un ricatto facente perno su due video nei quali il Presidente della Regione Lazio appare in compagnia di due trans. A un certo punto scrive:
Fossi stato Marrazzo non mi sarei dimesso [...], anzi avrei invocato la privacy di cui la sinistra aveva fatto una bandiera (prima di ammainarla perché era troppo irresistibile girare intorno al letto del loro mito Silvio per mesi e mesi), avrei detto che sono fatti miei e, al massimo, di sua moglie (la quale lo ha lasciato, quanto è ingiusta la vita: sessualmente non la stava tradendo né con un’altra donna né con un altro uomo). Invece il Pd ha propiziato o accettato le dimissioni, così può sottintendere: vedete, il nostro si dimette, il vostro no?
Ma certo, questo è proprio lo stampo della politica made in Italy: la tecnica del "nascondi la polvere sotto il tappeto"... Occhio non vede, cuore non duole. E così invece di lodare l'etica corretta dell'allontanamento di Marrazzo (e magari prenderne esempio), si finisce con l'insinuare che sia tutto un complotto per poter allontanare Berlusconi nello stesso modo. Coda di paglia? In ogni caso, a prescindere da quali fossero le intenzioni del PD, Marrazzo, che ha chiesto scusa e si è fatto da parte, si è dimostrato eticamente più corretto rispetto a Berlusconi, che ha negato fino alla fine i suoi incontri piccanti e poi se n'è quasi fatto un vanto (o almeno l'han fatto i suoi sostenitori).
L'autore termina il suo articolo con un delirio di termini da sexy shop che ci riporta comunque al punto di partenza:
Fosse stata la signora Maria, magari ruspante, pacioccona e chubby come Rosy Bindi, che abita sul tuo stesso pianerottolo cambiava tutto, purché non escano fuori delle foto con lei in tuta di latex e frustino sadomaso
(n.d.r.: e povera Rosy Bindi, lasciatela un po' in pace!)

Sì, è proprio così! Per quanto mi riguarda, Berlusconi, Marrazzo e chi altri si voglia unire al trenino possono avere rapporti sessuali anche con i lemuri, non mi interessa. L'importante è che tutto ciò non divenga mezzo di riscatto, perchè finché i tuoi gusti sessuali rimangono nel privato e sei un comune cittadino va tutto bene, ma se sei un onorevole (magari perfino il Premier) e sei così pirla da farti registrare/riprendere e ricattare allora le cose cambiano, perchè diventi un pupazzo nelle mani di altri e allora chi può garantirmi che continuerai a fare il tuo dovere di politico e non i comodi del tuo burattinaio pur di salvare la faccia?

sabato 24 ottobre 2009

Se questo è un paese.

Autore: Simo



Montalto di Castro, attacco della Cgil dopo la decisione della giunta ulivista

Accusati di stupro, il sindaco paga l'avvocato

Il sindaco stanzia 5.000 euro a testa per i violentatori:
«Hanno diritto a un giusto processo». «È una vergogna», risponde la Cgil

ROMA — Festa di 18 anni in paese. Un certo Giuseppe, il 31 marzo scorso, fa le cose in grande: oltre cento invitati, molti imbucati. Una ragazza di 16 anni viene portata in una pineta alle porte di Montalto di Castro, a 500 metri dal locale: in otto la circondano minacciosamente. Uno inizia a spogliarla. Poi si fanno avanti gli altri. Uno stupro di gruppo andato avanti tre ore. Oggi il Comune ha deciso: quei ragazzi vanno difesi con i soldi dell'amministrazione. È lo stesso sindaco a rivendicare la scelta: cinquemila euro a testa «per garantire un giusto processo». Una decisione che, nel centro a 110 chilometri a nord di Roma, sull'Aurelia, ha scatenato durissime polemiche. «È una vergogna, uno scandalo. Quei soldi pubblici — ha dichiarato Miranda Perinelli, della segreteria provinciale della Cgil di Viterbo — sono usati contro una sedicenne che ha avuto il coraggio di denunciare la violenza sessuale subita. È incredibile ma è così». Ma il sindaco di Montalto Salvatore Carai, diessino eletto in una coalizione dell'Ulivo, non ci sta. Respinge le critiche, professa la sua fede «al principio di presunzione d'innocenza » e si dice con convinzione «garantista »: «Così abbiamo deciso di aiutare questi ragazzi che non sono in grado di provvedere da soli, né con l'aiuto delle famiglie, alla loro difesa. Sono operai, apprendisti, gente con poche possibilità economiche ». Ma non bastava l'avvocato d'ufficio, pagato dallo Stato? «Mi intendo poco di queste cose — ribatte Carai — ma è chiaro che questi soldi dovranno restituirli: hanno firmato anche una fidejussione. I genitori mi hanno fatto una richiesta per iscritto e, su proposta dei servizi sociali, ho risposto positivamente. È vero, questi ragazzi forse hanno sbagliato: ma tocca a noi condannarli? ». Una posizione ritenuta inaccettabile dalla Perinelli, che sollecita «le istituzioni, le forze politiche e la consigliera delegata alle pari opportunità della Provincia ad esprimersi a sostegno della ragazza vittima dello stupro». «Oltre a gridare forte il nostro sdegno e profondo disprezzo — aggiunge la sindacalista — chiediamo se sia legittimo utilizzare i soldi pubblici per questo fine». All'indomani degli arresti, gli amici a Montalto avevano fatto muro: «Era un gioco, lei ci stava, era ubriaca fradicia, non è una santarellina. Aveva la minigonna nera e li ha provocati ». Solo uno, davanti ai genitori, aveva ammesso: «Ho sbagliato, ho fatto una c... ». Poi più nulla, da nessuno: né una lacrima né un gesto di pentimento. Oggi, a loro favore, il Comune è pronto a concedere il prestito. «È chiaro che questo è un caso limite, proprio perché sono coinvolti dei minori — precisa Carai —non a caso la delibera è stata predisposta in base a una relazione delle assistenti sociali, in cui si evidenzia che quei ragazzi vanno comunque sostenuti. Ho piena fiducia nella giustizia: anche se dovessero risultare colpevoli, le istituzioni avrebbero comunque il dovere di favorire il loro recupero e il loro reinserimento sociale». Alla domanda se abbia compiuto qualche gesto di solidarietà anche verso la povera ragazzina vittima di violenza, il sindaco Carai però si schermisce: «Non la conosco, non l'ho mai vista in faccia. Non mi ha mai chiesto niente».

Flavia Fiorentino
Corriere della Sera, 19 luglio 2007
Fonte:
corriere.it


02 agosto 2007

Il politico voleva pagare le spese legale a sei giovani accusati di stupro


Stupro Montalto, Carai al contrattacco


Il sindaco definisce la Finocchiaro «una talebana del c...» e a Fassino dice: «È lui che ha bisogno di me, non io di lui»


MONTALTO DI CASTRO (Viterbo) - Prima voleva pagare le spese legali a sei degli otto minorenni del suo paese accusati di aver stuprato in gruppo una quindicenne. Adesso, invece, Salvatore Carai, sindaco diessino di Montalto di Castro, ha alzato la mira e attaccato senza mezzi termini la classe politica. Il giorno in cui inviò una lunga lettera alla stampa, spiegando perchè aveva anticipato le spese legali a sei degli otto minorenni e chiedeva scusa alla ragazza per averla involontariamente offesa, Carai annunciò che non avrebbe mai più detto una parola sulla vicenda. Invece, non ha mantenuto la promessa ed ha trasformato quello che avrebbe dovuto essere il giorno della 'pietra sopra' nel giorno delle affermazioni deflagranti, destinate a rinfocolare le polemiche.


GIORNATA CONVULSA - Prima ha annunciato che la seduta del consiglio comunale, in cui era in discussione la mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata da An e Forza Italia, che peraltro non aveva alcuna possibilità di essere accolta, sarebbe stata preceduta da una manifestazione a suo favore. Così alle 17.30 un'ottantina di persone, quasi tutte donne, esibendo uno striscione con la scritta «Salvatore non mollare, siamo tutti con te» e urlando lo slogan «Carai resta dove stai», hanno attraversato le strade di Montalto fino al municipio. Poi, nell'aula consiliare, il vero e proprio show del sindaco diessino: Carai improvvisamente ha cambiato i toni pacati dei giorni scorsi ed è passato all'offensiva. All'opposizione che gli ricordava che anche la senatrice Anna Finocchiaro aveva criticato il suo operato, ha risposto senza mezzi termini che il capogruppo dell' Ulivo a Palazzo Madama «è una talebana del c...». A chi invece gli ha ricordato che perfino il segretario nazionale del suo partito, Piero Fassino, gli aveva chiesto di revocare i provvedimenti, ha replicato testualmente: «E' il segretario del mio partito ad avere bisogno di me e non io di lui». E' seguita così la votazione sulla mozione di sfiducia, bocciata con 11 voti contrari, quelli del centrosinistra, e 5 a favore, quelli della Cdl. Subito dopo, Carai è sceso in piazza a raccogliere gli applausi e le strette di mano dei fans.


LE REAZIONI - A Carai ha risposto in serata il portavoce di Fassino secondo cui «al punto in cui siamo, l'unico ad aver bisogno forse di qualcosa, per esempio di un periodo di riposo, è lo stesso signor Carai che ha dimostrato, ancora una volta, assoluto sprezzo del ridicolo e totale mancanza di responsabilità e misura. La lista delle persone a cui dovrebbe chiedere scusa si allunga». Diversa la posizione della Finocchiaro, che ha preferito non commentare la notizia: «Non merita nemmeno risposte», ha detto.


DIETROFRONT - Ma la telenovela non finisce qui. In tarda serata è arrivato l'ennesimo colpo di scena di una giornata assai convulsa (e confusa) per il sindaco della città laziale. «Io ho una profondissima stima nei confronti del presidente dei senatori dell'Ulivo, Anna Finocchiaro, e nei confronti del segretario del mio partito, Piero Fassino. Le frasi che mi sono state attribuite sono estrapolate da ogni contesto e prive di fondamento». Salvatore Carai smentisce così di aver pronunciato «frasi offensive» nei confronti di Anna Finocchiaro e di Fassino. «Ho per loro un grande rispetto - aggiunge Carai - sono state travisate le mie parole. Non ho mai detto che lei era una talebana e ribadisco che contro di me è in atto un'accanimento mediatico senza precedenti. Soprattutto da parte delle donne».



Fonte: corriere.it



Una cosa per volta. Chi è Salvatore Carai (nella foto)? Membro del PD, nasce in provincia di Nuoro il 06/07/1955 e diviene Sindaco di Montalto di Castro nel 2002, per poi essere rieletto nel 2007. La sua figura passa alquanto inosservata fino a quel fatidico 31 marzo. Una bella ragazza di Tarquinia, in occasione di una festa, decide di rendersi un po' provocante e indossa una minigonna. A quanto pare, questo basta a giustificare l'atto di quegli otto ragazzi di Montalto che quella sera l'han portata in un bosco e l'hanno stuprata per circa 3 ore (che per la cronaca corrsipondono a 10800 secondi, cominciate a contare). L'accaduto è rimasto sepolto sotto la polvere mediatica per 2 anni, ma oggi gli stupratori hanno confessato e l'argomento scomodo è tornato a brillare.

Leggendo i vari articoli al riguardo comparsi sui quotidiani (cartacei e non) e seguendo i programmi televisivi che han dedicato parte del loro costosissimo tempo alla vicenda, emerge una verità sconcertante e nauseante: praticamente l'intera popolazione di Montalto appoggia gli stupratori e nessuno ha intenzione di muovere un dito.

Aggiungiamo un paio di particolari evidenziati dall'articolo "La vita ferita dopo lo stupro"(*) tratto da "Il Fatto Quotidiano" del 24 ottobre scorso e scritto da Beatrice Borromeo:


  • I ragazzi oggi hanno confessato e, come prevede la legge, sono stati affidati per due anni al Comune (niente prigione). Se supereranno questa 'prova', il reato sarà estinto. Come se nulla fosse successo.


  • Il sindaco di Montalto, Salvatore Carai, è lo zio di uno degli stupratori. Ecco perchè li difende: per aiutare il nipote, doveva aiutarli tutti.

La faccenda puzza e non poco. A tutto ciò si aggiungono le dichiarazioni della ragazza, che ha finalmente trovato il coraggio di esprimersi (*):


  • Quelli sono ragazzi ricchi, figli di gente che in paese conta.


  • La signora Carai, madre dello sturpatore, ha offerto a un mio amico di pagargli l'Università a Roma, se avesse testimoniato contro di me dicendo che sono una facile.

Allucinanti le dichiarazioni dei compaesani (*):


  • Sono bravi ragazzi, la colpa è di lei.


  • Non è vero niente, non hanno bisogno di violentare, lei è una facile.


  • Avessi avuto 13 anni mi sarei messo in fila. (n.d.r.: pronunciata da un settantenne che è stato prontamente denunciato dal padre della ragazza)

Insomma, una vittima di stupro vede un paese intero schierarsi contro di lei , i suoi amici voltarle le spalle e accusarla di essere una troietta, la bilancia della giustizia pendere incredibilmente dalla parte di chi le ha strappato dignità, spensieratezza e (forse) felicità per sempre.

E in tutto questo, cosa succede a Salvatore Carai, il sindaco che ha stanziato 20.000 euro in difesa del gruppo di stupratori in cui figurava anche il suo caro nipotino? Per ora, niente. Anna Finocchiaro, capogruppo PD al Senato, due anni fa si schierò contro Carai il quale, da vero gentleman e grande diplomatico, la apostrofò con le parole "talebana del cazzo". Ebbene, Barbara Borromeo ci informa che oggi però Carai e la Finocchiaro si trovano dalla stessa parte a sostenere il candidato Pierluigi Bersani alla guida del PD, in vista delle prossime primarie. La vittima dello stupro domanda al PD: "com'è possibile che quel signore continui a fare il sindaco? Perché non lo cacciate?" e l'onorevole Debora Serracchiani, deputata del PD, intervistata dalla Borromeo se ne esce con una frase così: "ma nessuno ripagherà la ragazza, indipenentemente dalle posizioni politiche che prendiamo. Avrà bisogno di tempo per stare meglio, sarà difficile, non credo che le interessi la posizione interna a un partito". Lascio a voi i commenti.

Ho dato un'occhiata al Programma di governo 2007-2012 (scaricabile in pdf) del caro sindaco. A pagina 3, nel paragrafo titolato "POLITICHE GIOVANILI" si legge:


Il problema di quei giovani che vivono con disagio la propria realtà è un problema che deve essere sentito come una vera e propria emergenza sociale da combattere con le armi dell'aggregazione, della socializzazione e del sostegno.
I giovani sono il futuro della nostra comunità: la nostra comunità deve garantire loro un oggi migliore.
Dobbiamo dunque porci come obiettivo prioritario il soddisfacimento delle esigenze di ogni bambino o ragazzo: studiare, giocare, divertirsi, curarsi nel senso di prendersi cura di se stessi e degli altri.
Plasmare, attraverso l'arte del governo, un disegno culturale che produca inclusione e non esclusione, che accomuni ed unisca.
In particolare l’obiettivo che ci poniamo è quello di generare, attraverso un coinvolgimento diretto dei ragazzi, una specifica attenzione sulle tematiche che riteniamo più importanti come ad esempio il rispetto degli altri, il senso civico ed il rispetto ambientale.

Congratulazioni sindaco Carai, ottimo esempio di personificazione del detto "predicar bene, razzolar male"! (APPLAUSI)
Cercando approfondimenti per il presente post, ho effettuato una ricerca su Youtube utilizzando come keywords le parole "montalto di castro 2007" e mi son trovato davanti questo:



Un video di pesca, uno sul carnevale, uno sulla sagra del melone... dello stupro non c'è traccia. Cambio "2007" in "2009"... Niente.

Non voglio dilungarmi, perciò vi lascio alle vostre riflessioni accompagnando il mio saluto con alcune dichiarazioni della ragazza violentata (*) e con un video che dà un'idea del clima in cui questa ragazza sta vivendo e il modo in cui si parla (o forse sarebbe meglio dire 'si fa spettacolo') dell'argomento.


Perchè i giornali parlano sempre al condizionale? Dicono 'i presunti stupratori' e 'avrebbero violentato'. Hanno confessato, è a verbale! Cos'altro serve a un paese per prendere posizione? [...] E' vero, sono una bella ragazza, per fortuna. Mi rinfacciano il fatto che la notte che mi hanno stuprata indossavo una minigonna. E' forse una colpa? Anche se una donna andasse in giro nuda, nessuno avrebbe il diritto di toccarla. [...] Se altre ragazze vedono quello che è successo a me, non denunceranno mai più uno stupro. Non conviene. Se io potessi tornare indietro, non aprirei bocca. Starei zitta, perchè il tempo passa, la gente dimentica. Io cosa ho ottenuto?



giovedì 22 ottobre 2009

De contemptu mundi.

Autrice: Erica

Ogni sera davanti allo specchio devo ripetermi, come karma, che sono giovane, che a differenza dei miei avi, e similmente ai volatili, ho la facoltà di migrare con una relativa facilità. E' naturale, è biologico: appena le condizioni di vita in un habitat si fanno insane, l'essere vivente o si adatta o emigra. E dal momento che adattarsi ora significa lobotomizzarsi, il cerchio si restringe.

Non chiedo democrazia, parità di diritti, libertà di stampa, di parola, di fede ecc. No. Queste sono le cose che chiede Miss Italia insieme a "free Tibet".
Non sono una sessantottina, ho smesso di pensare che queste cose si realizzino sul serio, almeno in parte. Non ci credo più e ho l'anima piuttosto serena a riguardo, senza sentirmi una disfattista o fatalista.

Lo Stato italiano, la popolazione italiana, non sono fatti per una convivenza pacifica, basata sul contratto sociale, basata sulla pace e sul rispetto. Non è colpa di nessuno. Quando eravamo tanti piccoli stati, questa continua belligeranza ha portato sì a guerre ma anche a periodi luminosi in cui eravamo un faro nella politica, nelle arti, nella cultura europee.
Come diceva il superlativo Orson G. Welles:

In Italia, sotto i Borgia, per trent'anni hanno avuto guerre, terrore, assassinii, massacri e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia e cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù.

Scherzi a parte (la Svizzera è un nobile paese e a lei saremo eternamente grati per tutto quello che ci ha dato e che continua a dare ai nostri evasori ;-D), quello che mi preme sottolineare è che ciò che disse Massimo D'Azeglio: Abbiamo fatto l'Italia, adesso dobbiamo fare gli Italiani, è ancora ben lungi dal realizzarsi.
Mi chiedo spesso, che ce ne facciamo di uno Stato sovrano e annessi e connessi, di essere parte di tutti i G7, 8, 9, 20 ecc., se non sappiamo governare bene a casa nostra? Come possiamo relazionarci bene agli altri paesi, se il nostro stesso paese è un trogolo?
E' ovviamente difficile reggere un paese e fare in modo che esso vada avanti e si sviluppi, ed è chiaro e scontato che lungo questo percorso si possano incontrare delle difficoltà più o meno ingenti.
Ma io ammiro la fatica che sta dietro il buon funzionamento di un apparato, le maniche rimboccate, gli individui a questo preposti che fanno di tutto per. Capisco l'inciampo e condanno chi vuole lo Stato Perfetto hinc et nunc, che neanche Tommaso Moro, senza camminare nelle scarpe di chi davvero si applica affinchè questo accada.
E sì, capisco anche che nella gestione di uno stato sopraggiungano ad un certo punto interessi personali, beghe private ecc., sebbene in misura ristretta, perchè capisco che scegliamo uomini e donne come noi quando ci sono le elezioni, non déi assolutamente privi di cupidità et casti et puri. We're human, after all. Sì, ci posso ancora entrare in quell'ottica.

Ma, c'è un MA enorme.

Come si può anche sperare che uno Stato si indirizzi sulla retta via, se manca ciò che personalmente ritengo basilare?

Il buon gusto.

Il buon gusto di non mentire spudoratamente.
Il buon gusto di non insultare i deboli.
Il buon gusto di non insultare l'avversario.
Il buon gusto di non adottare l'attacco stile "ma anche lui", ai fini della propria personale difesa.
Il buon gusto di mantenere le promesse.
Il buon gusto di sapersi esprimere.
Il buon gusto di non urlare.
Il buon gusto di sapere quando è il momento di ritirarsi.
Il buon gusto di sapere quando è il momento di sbattere la mano sul tavolo.
Il buon gusto di sbatterla raramente.
Il buon gusto del rispetto.

Io sono schifata, non dalle scelte politiche, per quanto se ne facciano ancora, a me eventualmente avverse. Si è in democrazia, quindi ammetto l'opposizione. Ma perchè manca così tanto qualcosa di cui una volta eravamo i maestri indiscussi? Perchè ho nostalgia di un passato che non ho vissuto? Perchè una volta i poeti e gli scrittori erano ritenuti in sommo grado, mentre adesso nelle nostri corti ci sono solo nani e ballerine? Perchè le voci di dissenso cordiale ed educato sono così rauche, inaccessibili nella loro lontananza ascetica dai mali di questo mondo?
Perchè, non solo abbiamo costruito una fabbrica del consenso ma lo abbiamo fatto basandoci sulla cafonaggine, sullo strillo, sullo spioncino della serratura?

Sono molto amareggiata perchè in tal modo, non si potrà sperare in una forma mentis sana nei posteri, se tutto sarà basato sulla più bieca e becera demagogia fatta di luoghi comunissimi e frasi fatte da cui personalmente, cerco di tenermi il più alla larga possibile.

Tutto ciò per mostrarvi questo, un rotocalco di presunto approfondimento preso dalle reti Mediaset di qualche giorno fa. Qualcuno ha detto che negli USA il giornalismo è il cane da guardia del potere, in Italia è il cane da riporto. Io mi permetto di aggiungere che è uno di quei maledetti cagnolini grandi come la mia mano che strepitano e urlano, senza difendere il loro padrone e, che per dimostrargli la loro stupida dipendenza, portano un bastone inzaccherato di saliva. Blah.




Sono schifata e disgustata da TUTTO quanto si vede in quel video.

Povero Silvio.


Autore: Simo






Un giovane coordinatore del PD, responsabile dei giovani del PD di Vignola, nel modenese, ha "minacciato di morte" Silvio Berlusconi. Ad aggravare la cosa, la scoperta di un gruppo inquietante chiamato UCCIDIAMO BERLUSCONI su Facebook. Risultato: il coordinatore è stato allontanato dal PD e poi si è dimesso, dopo aver chiesto scusa. Mmm... maledetta curiosità! Sono andato su Facebook e ho svolto una ricerca impostando come keyword la parola "UCCIDIAMO". Santo cielo! Ma tantissime persone sono in grave pericolo! Guardate qua!


E questi sono solo alcuni gruppi tratti dai primi 20 di 500 risultati!!!
Ma non preoccupatevi, a nessuno di queste povere vittime sarà torto un capello grazie al nostro Presidente del Consiglio. Infatti, se ha preso tanto sul serio le minacce rivolte a lui, sicuramente farà lo stesso per tutte le altre e nessuno si farà male, fortunatamente. Magari sarà costretto ad annientare la libertà d'espressione anche su Internet, però così facendo salverà migliaia di vite, compresa la sua che è certamente la più importante di tutte.
Ha fatto bene a dimettersi, quel pericoloso (e quindi comunista) coordinatore del PD... Mica si possono dire certe cose! Sul Presidente del Consiglio poi, ma stiamo scherzando? Insomma le dimissioni erano necessarie, anche perchè il popolo italiano non è stupido e soprattutto non ama farsi mettere i piedi in testa e proprio per questi motivi non vuole criminali tra i suoi politici. specialmente se ricoprono cariche importanti come quella di responsabile dei giovani del PD di Vignola. Certo, Berlusconi non ha la fedina penale pulitissima, insomma è solo stato condannato in uno o due processi e viene ingiustamente accusato di aver corrotto Mills solo perchè Mills è stato condannato per essere stato corrotto da lui. Che assurdità. In ogni caso, il mitico Silvio è voluto dal 75% degli italiani, come dimostrano le cifre delle ultime elezioni e il video sottostante, quindi può fare quello che vuole!





Che importanza può avere il suo rispetto della legge? L'evidente amore del popolo lo eleva al di sopra della legge! E' un ragionamento che fila, è così che funziona la democrazia (o si chiama monarchia assoluta? Faccio sempre confusione...). Oltretutto di Berlusconi si può dire di tutto, ma non che avanza minacce e tanto meno che è bugiardo. Proprio per questo motivo non ha mai chiesto scusa in vita sua: Berlusconi non sbaglia, al massimo scherza e gli altri fraintendono. Povero Silvio.

mercoledì 21 ottobre 2009

Perché emigrare?

Autrice: Enrica

Bella domanda. A cui risponderei con un'altro punto interrogativo: perché restare?
Con queste domande mi do e vi do il benvenuto su LibEROSERVO, augurandomi che gli spunti offerti fin'ora siano stati un'occasione di riflessione, ovvero che abbiano acceso una luce nella coscienza critica di ognuno di noi, che troppo spesso ci si dimentica di possedere, di questi tempi.

Girovagavo per le strade infinite della rete di Internet, quando mi sono imbattuta in testimonianze tanto numerose quanto accattivanti di italiani che hanno deciso di lasciare la nostra patria per trasferirsi all'estero, in particolar modo in Inghilterra.
I motivi per cui questi nostri conterranei hanno deciso di lasciarsi alle spalle l'affascinante e ormai anacronistica Italia sono i più svariati.
Prendo qualche frase a caso:
  • Quando due Inglesi si trovano alla fermata dell’autobus, formano una coda. Chi è arrivato prima sale prima sull’autobus.
  • La posta arriva il giorno dopo.
  • La burocrazia è minore ed i servizi pubblici più efficienti.
  • Non essendo figlio o nipote di…. o amico di …. per me l’Inghilterra offriva possibilità migliori dell’Italia. La meritocrazia mi ha sempre attirato come modello di vita e di comportamento.
  • Sul mondo del lavoro le donne vengono trattate molto più alla pari che in Italia.
  • Gli Inglesi si introducono con il nome e si danno del tu, indipendentemente dal ‘rango’ e dal titolo. Non esiste “piacere, Ingegnere/Dottore/Avvocato/Deità Smith”, esiste “Hi, I’m Mark”
  • I politici, tutt’altro che stinchi di santo, si dimettono se coinvolti in scandali o indagini che possono imbarazzare il proprio partito. In Italia… (vi consiglio di dare uno sguardo al sito http://www.italiansinfuga.com/)

Non possiamo negare che, oggigiorno, la situazione italiana non sia propriamente delle migliori. Ok, c'è crisi in tutto il mondo, l'economia va a picco, le società rischiano il tracollo, tra bancherotte, precarietà, immigrazione.. (Se solo esistesse un partito che facesse qualcosa per mandarli tutti via, questi clandestini.. magari insieme agli omosessuali.. e a tutti coloro che abitano a sud del Po.. credo che lo chiamerei Lega Nord.)

Accanto alla crisi economico-finanziaria, insieme con tutta la scia di problematiche di varia natura che si porta dietro, siamo partecipi di una crisi dei valori. Esatto, dei valori, delle convenzioni e delle convinzioni. Chi siamo? Che ne è stato del mondo di cui siamo figli? Esiste ancora? Che fine hanno fatto gli anni '70? Cosa ci sta succedendo? In che cosa dobbiamo credere, ADESSO?
Siamo persi, non sappiamo dove andremo a parare, cerchiamo disperatamente delle risposte, vogliamo essere rassicurati.

(Apro una parentesi per confortare gli animi smarriti:
Tranquilli, non siamo perduti. Abbiamo degli Dei nuovi su cui fare affidamento ora, loro ci indicano la via, ci dicono ciò che è giusto e ciò che non lo è. Il Dio più importante tra questi, lo Zeus dei nostri giorni, si chiama Televisione, Tivù per i fedeli. Lui non sbaglia mai. Potete stare certi che, in buona fede, vi dirà come comportarvi, come pensare, come parlare, come agire, cosa comprare. Meno male va! Pensare stanca. Produrre idee è spossante. E poi, Tivù ha detto che non va più di moda. Non dovrete sforzarvi di fare niente di vostra iniziativa, basterà stare a guardarlo in adorazione che subito imparerete come insultare incivilmente il vostro vicino di casa, piuttosto che vostra madre, piuttosto che il vostro avversario politico! Semplice ed efficace, chiusa parentesi.)

Dicevo, crisi dei valori. Per dare un senso alla loro vita, le persone rivolgono il loro sguardo in cerca di qualcosa di migliore. Di diverso. Qualcosa che li faccia esclamare "Sì, questo è ciò che vorrei. In un mondo del genere, mi riconosco. Sono io".Se la gente abbandona la nostra patria per i motivi elencati prima, ciò significa che in Italia le cose funzionano diversamente.
Abbiamo un sistema alternativo. Perché usare la meritocrazia? Che vantaggi apporterebbe alla nostra Nazione? Forse, personale più competente, istituzioni più efficienti? Mmh, pessima idea. Non vogliamo che le persone sappiano fare il loro lavoro, non sarebbe produttivo per la nostra società. E poi, per quale stupido motivo, se uno arriva prima alla fermata, deve salire per primo sul bus? E' come dire che, se uno si laurea con 110 e lode, deve essere iscritto in graduatoria più in alto di uno che si è laureato con 70. Assurdo! Sarebbe come dire che, se uno è da 6 mesi in lista d'attesa per un trapianto, ha la priorità su uno che è in lista d'attesa da un giorno soltanto, anche se il primo è un operaio e il secondo è un onorevole. Dai, non ha senso. Ma come si fa a voler andare in Inghilterra!? Eh no, dai, noi siamo il "Paese dei furbi", non possiamo mica adeguarci a queste bassezze! Che ipocrisia! E poi, come si può pretendere che le donne abbiano le stesse opportunità degli uomini? Ma da quando!? Mio nonno picchiava mia nonna, perchè suo padre lo faceva. E lui lo faceva perchè suo padre lo faceva. Ma solo perchè suo padre a sua volta lo faceva. Quindi è giusto. Ma poi, perché i politici si dovrebbero dimettere per i loro scandali?? Ai fedeli della Televisione piacciono così tanto, perché privarli di un simile spettacolo? Dovrebbero, invece, mettere un televoto, così da eliminare, o dimettere, chi non fa abbastanza pubblicità al proprio partito. Cioè, e poi perché non dovrei evadere le tasse? Lo fanno tutti! Scemo chi le paga. Come se aiutassimo la nostra società, a rispettare la legge..

Già, come si fa a voler andare in Inghilterra?
Meglio restare in Italia, almeno non devo fare i conti con la mia correttezza morale. Nessun rimorso di coscienza. Nessun angioletto bianco sulla mia spalla verrà a sgridarmi per quello che faccio. Nessun pudore.

Solo i coglioni e i farabutti opterebbero per un altro Paese.
Credeteci, ve lo dice una cogliona e farabutta!

martedì 20 ottobre 2009

Gentilezze.

Autrice: Erica

"Chi ha reso l'uomo il giudice esclusivo
se la donna condivide con lui il dono della ragione?"
(Mary Wollstonecraft)



Inauguro anche io questo blog che spero con tutto il cuore abbia la diffusione che merita, o che almeno meritano le intenzioni che ne stanno alla base. Premetto che questo blog è un aggregatore di opinioni e non una testata giornalistica di alcun tipo, e che chiunque sia disposto ad un confronto civile di cui purtroppo non abbiamo l'esempio, a giudicare dal precedente post, è benvenuto. Voglio inoltre sottolineare che questo blog è gestito da un gruppo di studenti universitari, il cui guru è l'autore dei post di cui sotto. Non siamo sovversivi, ma solo amanti delle parole. La comunicazione così come ne siamo dotati è quanto di più prezioso l'evoluzione ci abbia donato. Perché soffocarla sotto una coltre di barbarie e di maleducazione? Voglio spronare chi leggerà a riscoprire la bellezza del dialogo e dello scontro civile, anche. Perché le parole sono l'espressione diretta di una facoltà stupenda e a volte terribile: pensare.
Detto ciò, con questo mio primo intervento, voglio, come ragazza e donna, esprimere il mio disgusto per le recenti offese, malignamente reiterate nel corso dell'anno, contro il genere femminile, dalle più alte cariche dello Stato, che per rispetto mi ostino a scrivere con la lettera maiuscola ma che di maiuscolo ormai non ha un beneamato.
Non voglio finire in un discorso trito e ritrito fatto di divisioni manichee tra destre e sinistre varie. Non è una questione politica, non più purtroppo. L'educazione è super partes.
Ormai la politica è incoerente anche nel nome stesso. Non è più un preoccuparsi per la città o la provincia o lo Stato. E' un attaccarsi vicendevole e continuo, infantile a dir poco.
E' un gioco a chi urla di più, ma quel che è peggio a chi urla più insulti verso l'altro.
Ora, io so che i signori onorevoli hanno studiato, sono quasi tutti laureati in economia, giurisprudenza, lettere... Perché non applicano l'oratoria che di sicuro devono avere appreso in giovane età? Non credo che nomi come Demostene, Cavour, Martin Luther King siano a loro estranei. LORO trascinavano le folle in nome di ideali enormi, perchè noi oggi, nel 2009 siamo arrivati a questo?



Perché l'insulto ha sostituito, tanto per citarne una, la dilogia? Ma oltre a ciò, perché dimostrare una tale, incommensurabile maleducazione nei confronti dell'altro sesso? Con la morte nel cuore, mi sembra che sia lo specchio di una realtà esistente, creata a colpi di intorpidimento mediatico: ovvero, la donna non ha altro ruolo se non acconsentire alle proposte dell'uomo, se poco avvenente. Se bella, per giunta, ha anche il tacito dovere di rendersi pronta a qualsiasi voglia del presunto maschio alpha di turno. Che alpha non è più nel momento in cui scade in beceri ricatti, quali la promessa di una carriera vincente o le luci della ribalta, per riassaporare quella gaudenza smodata e fuori luogo che l'età e la posizione non gli permetterebbero (condizionale d'obbligo) di berciare. E tutto nel nome di un sotteso, volgare maschilismo anacronistico e spavaldo che fa della donna un abbellimento estetico alle aule del potere. La donna che avanza nei teatri della politica italiana s'ha da essere soubrette.
Allora da donna, mi inserisco anche io in questo discorso che ho smesso di fare più o meno in II media, ma se i nostri capi del governo dovrebbero essere d'esempio, che sia!
Allora, parlando da un punto di vista meramente estetico, perché le elettrici italiane non possono avere la tenue e piacevole abbronzatura di Obama o lo sguardo glaciale di Jens Stoltenberg, premier norvegese? Perché noi elettrici dobbiamo avere un nano più fanatico del botox di Samantha di Sex&The City? Perché dobbiamo avere un ministro dalle fattezze faunine quale ci mostra essere Brunetta? Perché dobbiamo stare a guardare e quindi essere spronate nel voto dalla voce citofonesca di La Russa o dall'assenza di qualunque canone di bellezza di qualunque cultura, come fieramente ci mostra essere Schifani? E' un discorso talmente qualunquista e basso che mi vergogno che persone che si fanno chiamare onorevoli, si permettano di fare ogni giorno.
Da quando ho incominciato a interessarmene, ritengo davvero pessima questa svalutazione e mercificazione, anche intellettuale della donna politica che in Italia non ha voce o se non altro, non di certo alla pari degli uomini. Le donne politiche italiane non hanno peso, e vengono, come si vede dal video, zittite da offese retrograde, non perché non sanno che cosa rispondere, credo. Anzi ,dagli occhi di Rosy Bindi, occhi di persona, senza colori politici, traspare stupore.
Lo stesso stupore e poi sdegno verso una persona che urla ai quattro venti le sue presunti doti di gentleman, che punta il dito contro chi NON fa della politica una meretrice da quattro soldi, contro chi NON scimmiotta le usanze di paesi, restando però ancorati ad un amarcord fascistoide, nella convinzione che le donne abbiano sempre bisogno di protezione, debbano sempre essere frenate quando sconfinano nel campo del pensiero attivo, peggio ancora se dissidente.
Ma ormai quello sdegno ha un che di eroico. Lo status quo si è cristallizzato nella mente dell'italiota medio, che si trova spiazzato se una donna gli risponde a tono.
Dannazione, è tremendo che a 21 anni si debba essere così moralisti. Che ci resta?
Io nel mio piccolo ho firmato l'ennesimo appello di Repubblica. Non ci resta altro, prima dell'emigrazione.

SarANNO ZERO.

Autore: Simo

Ma che è questa cosa?




ANNOZERO o Uomini e Donne? E' Santoro quello o è la De Filippi senza trucco?
C'era una volta, in una terra lontana lontana, la discussione civile. Pensate: quando una persona esprimeva una sua opinione, l'altra stava in silenzio ad ascoltarla! E poi, solo quando arrivava il suo turno, iniziava a controbattere nel silenzio rispettoso dell'altro che aveva già parlato! Immaginate: informazione chiara e limpida... Ma un giorno arrivò un drago cattivo che si chiamava showbusiness e fagocitò tutto ciò per poi digerirlo e andare di corpo. Fu così che nacque il talk show.
Se avete preso visione del filmato, all'inizio del presente post, avrete certamente notato che chiarezza ed educazione non sono state di casa nell'ultima puntata di ANNOZERO (più o meno come nelle precedenti). Ma perchè uno dei pochissimi programmi di informazione politica rimasti nella nostra televisione deve ridursi a questo? La risposta ce la danno i Queen: "Show must go on".

Basterebbero poche semplici precauzioni per evitare di scendere a dei livelli così bassi di inciviltà. Ad esempio, azzerare il volume dei microfoni eccezion fatta per quello di chi ha il turno di parlare. Quella del «parlare sopra» è una tattica molto diffusa nei dibattiti politici, da entrambe le parti, ma è in particolar modo cara agli esponenti di destra. E' impressionante l'insistenza con cui, primo tra tutti, Castelli (ma anche gli altri non scherzano) interrompe i discorsi dei rappresentanti della sinistra e l'arroganza con cui lo fa non ha limiti. In tal modo impedisce che i messaggi più scomodi giungano alle orecchie del pubblico e questo è sintomo di codardìa. Perché se veramente sei in grado di controbattere senza problemi lo fai dopo, quando tocca a te, anche se ti sembra che l'altro stia dicendo menzogne o cose irrilevanti. Tu aspetti. Per rispetto delle idee altrui e del pubblico che se sta guardando il programma è perché quelle cose le vuole sentire. Non puoi sostituirti al giudizio dell'audience e decidere per gli spettatori ciò che devono e non devono sentire: è per questo che esiste il telecomando. Come dicevo prima, azzerando il volume dei microfoni di chi deve ascoltare (e non disturbare) il problema sarebbe risolto: che abbaino pure in studio, che dimostrino pure tutta la loro cafonaggine, tanto il messaggio al pubblico arriverebbe lo stesso! E la cosa sarebbe vicendevole, sarebbe vera par condicio.
Altro semplice accorgimento da accostare al suddetto per rendere ancora più par la condicio: inquadrature fisse su chi parla. Per due motivi:
1) ti voglio vedere in faccia quando mi parli, voglio guardare i tuoi occhi, le espressioni che hai, il modo in cui gesticoli, perché sono tutti aspetti che pesano sul mio giudizio finale.
2) vedere il volto di un politico che fa smorfie, sorride o addirittura sogghigna, mentre il suo avversario parla, sminuisce la veridicità e l'importanza del messaggio di quest'ultimo.
Non so voi, ma, giunto a questo punto del mio ragionamento, mi è venuto da chiedermi: "Accidenti, è così semplice! Perchè non lo fanno?"
Ricordate che prima ho citato i Queen? "Show must go on", ecco perché. Perchè oggigiorno lo show, lo spettacolo è più importante dell'informazione, perfino in un programma di informazione. Se davvero ANNOZERO adottasse le misure di cui ho scritto in precedenza, quanti politici accetterebbero ancora di presentarsi in studio? Quanti avrebbero la coscienza (e la fedina penale) così pulita da accettare un confronto veramente alla pari con degli avversari? Magari è solo un'impressione, ma guardando il video mi è parso che le argomentazioni dell'onorevole Castelli, a parte momenti rari come fiocchi di neve nel deserto, si siano limitate ad insulti verso il pubblico e a frasette fuorvianti e del tutto incoerenti, atte semplicemente a creare confusione e perdere il filo del discorso (ad esempio quando ripete che un certo articolo giornalistico non è a pagina 3, non è a pagina 3, non è a pagina 3... come se avesse una qualche importanza rispetto all'argomento trattato nel medesimo). Chissà se questo video riporta alla luce qulalcosa nella vostra memoria:



Notate la difficoltà con cui Berlusconi affronta una discussione civile in cui non può coprire le parole altrui. Innumerevoli le leggende comiche nate sul blocknotes del Presidente del Consiglio, in seguito a questo confronto, che viene ricordato ancora adesso come una delle peggiori figure fatte dal Cavaliere. Inoltre sappiamo anche che quelle elezioni, le vinse Prodi, così come sappiamo che non fu in grado di mantenere in piedi il governo offertogli da Berlusconi su un piatto d'argento.

Non si è mai più visto un confronto di questo tipo nella nostra televisione. Sarà un caso? Non so, ma io inizio a non credere più nelle coincidenze. E' questa la verità, i politici temono di trovarsi in situazioni simili ed è per questo che non si presenterebbero mai in un programma come ANNOZERO se fosse improntato sullo schema del confronto del 2006. E come può il programma esistere, come può lo show andare avanti se i politici più in vista si rifiutano di farsi vedere? A questo bisogna aggiungere che se la televisione italiana trabocca di talk show un motivo ci dev'essere: la maggioranza dell'audience li adora.

Non dimentichiamoci che Santoro, prima di essere un amante dell'informazione, resta sempre e comunque uno showman e il suo lavoro consiste anche (se non principalmente) nell'avere alti indici di share (e nell'evitare un secondo editto bulgaro). Però questo non giustifica una tale perdità di qualità nell'informazione e nel modo in cui questa viene trasmessa. Di questo passo, presto vedremo anche stacchetti di ballerini scoordinati e gli Amici di Maria che starnazzano in mezzo al pubblico, mentre Santoro, indossata una parrucca bionda, ci propone il nuovo logo del programma:

lunedì 19 ottobre 2009

A passo di gambero.

Autore: Simo

Poter inaugurare questo progetto con un articolo ottimista sarebbe una prospettiva tanto amena quanto ipocrita. Questo blog ambisce ad essere, oltre ad un luogo di informazione e discussione libere, uno specchio della società in cui viviamo e per questo motivo si apre al world wide web con un post tutt'altro che ottimista. Nella homepage di Facebook, un video intitolato «MA QUALE INTEGRAZIONE? GIANLUCA BUONANNO: VARALLO "DEISLAMIZZATA"!» ha stuzzicato la mia curiosità. Se prima di prenderne visione potevo definirmi "curioso", l'aggettivo che meglio descrive il mio stato d'animo dopo averlo guardato è "attonito". Quale sorpresa scoprire che si trattava solo della seconda parte dell'intera vicenda! Ho rintracciato immediatamente quella precedente e ho voluto ragionarci su. Ecco i famigerati video, direttamente da Youtube:

PARTE I




PARTE II



L'arena in cui si è svolto lo scontro verbale documentato nei video (ci è mancato poco che fosse anche fisico) è la puntata del 15-10-09 del programma televisivo "Pomeriggio 5", in onda su Canale 5 e diretto da Barbara D'Urso.
Come sempre accade in certi programmi, la situazione è stata strategicamente studiata affinché si scendesse dal livello della discussione civile a quello del mercato del pesce, da un talk show ad uno squawk show, tant'è che si arriva al punto in cui si sentono solo più insulti frammentati da altri insulti.
(n.d.r. - Tralasciamo i commentini inseriti da chi ha pubblicato i video, perché sono utili esclusivamente a dare un'idea della mole della sua ignoranza e della sua maleducazione.)
Cercando di comprendere e discutere pacatamente ciò che è stato detto in questa occasione di incontro/scontro tra la nostra cultura e quella islamica ci si ritrova in un'orgia di serpenti che si mordono la coda. La situazione è molto delicata e si rischia di esprimere giudizi quasi sempre avventati.
Fondamentalmente l'italiano ragiona così nei confronti del diverso: "fai ciò che vuoi, basta che non mi tocchi". Il ragionamento non fa una grinza, peccato che sia impraticabile. Come possono due culture coesistere senza entrare in contatto? L'integrazione di una cultura estranea ha degli effetti sensibili sulla cultura-ospite. I temi principali trattati in questo feroce dibattito sono 3: il terrorismo, l'economia e la religione.
E' inevitabile: quando pensiamo ai musulmani le immagini che ci balenano in mente sono quelle di esplosioni, fumo nero, fuoco, donne che piangono stringendo tra le braccia bambini defunti e così via... E' triste, ma è così. E questo è dovuto all'ignoranza, che è il terreno fertile in cui il terrorismo deposita i semi della paura. Ali Abu Schwaima, Presidente del Centro Islamico di Milano, dice riferendosi all'attentato del 12/10/2009 che "non si può fare dell'erba un fascio". Non tutti i musulmani sono terroristi, è ridicolo dover ribadire un concetto simile nell'anno domini 2009, quasi 2010. Ma la paura e l'ignoranza verso l'Islam sono diffusissime in Italia e ancora una volta si finisce col rendere un episodio di follia il metro di giudizio di una cultura intera. Ecco il primo serpente che si morde la coda: "ok, non siete tutti terroristi, ma in TV siete solo voi che vi fate saltare in aria, come possiamo fidarci?" Piuttosto che provare a trovare una risposta definitiva preferirei scalare l'Everest.
L'economia è un altro punto cruciale: "siamo un paese in crisi economica perenne e in perpetuo peggioramento, come possiamo sostenere l'integrazione?" Qui spesso e volentieri si sorvola sul fatto che una persona in più è un lavoratore in più e quindi un contribuente in più.
"Ma loro lavorano quasi tutti in nero!"
Diamogli dei posti di lavoro.
"Ma c'è crisi! Ci sono troppi disoccupati italiani, come facciamo? Ci rubano i posti!"
Anche qui, una soluzione pacifica sembra essere distante anni luce. Forse basterebbe interrogarsi su chi dobbiamo ringraziare per il costante peggioramento della crisi del paese ed evitare di votarlo ancora, magari sarebbe un buon primo passo. Chissà, forse contrastando l'evasione fiscale e riducendo gli stipendi dei nostri parlamentari (che sono 10 volte superiori a quello di un operaio) potremmo iniziare non dico a bloccare la crisi, ma almeno a rallentarla un po'...
Il terzo serpente che si morde la coda è bello grosso, un anaconda direi a occhio e croce: la religione. Nel video gli onorevoli si accaniscono contro la costruzione di nuove moschee in Italia.
Effettivamente la costruzione di una moschea equivale ad una spesa notevole in termini in tempo, spazio pubblico e denaro per una comunità che non supera il 2% della popolazione totale italiana. Preso dalla curiosità, ho svolto una ricerca su internet volta a scoprire quante cattedrali cattoliche sono state costruite nei paesi islamici. A questo indirizzo http://zattera.forumcommunity.net/?t=23127109 ho trovato foto di chiese cattoliche dalle dimensioni megalitiche in paesi islamici.

La più grande cattedrale cattolica del mondo si trova a Yamoussoukro, Costa d'Avorio e a Casablanca (città con poco meno di 3 milioni di abitanti) vi sono 7 chiese cattoliche. A Torino (poco meno di 2 milioni di abitanti) c'è 1 moschea...
Nei video si discute anche sul burqa. Prima di parlarne preferisco pubblicarne una foto, in modo tale da capire bene di cosa si tratta.

E' un indumento che copre interamente la persona, celandone il volto. In Italia esiste una legge che vieta espressamente di nascondere il volto e non per capriccio, ma per una questione di sicurezza. Fu uno dei provvedimenti che seguirono i gravissimi episodi della storia del nostro paese (BR, la stazione di Bologna, etc etc...). In quanto ospitata, una cultura ha certamente dei diritti che vanno riconosciuti e rispettati, ma allo stesso tempo vanno rispettate anche le norme ed i doveri imposti dallo stato ospite. Su questo punto, mi trovo d'accordo con alcune delle critiche mosse da Santanché e Buonanno. Però anche qui conviene stare attenti e non dimenticarsi di certe cosette...



A dire di bruciare il tricolore e di usarlo come carta igienica non erano i musulmani, ma gli stessi leghisti. E sono sempre loro a cantare la canzoncina razzista che costò le dimissioni al non più tanto onorevole Matteo Salvini.



A quanto pare Barbara D'Urso ha scelto le persone ideali per affrontare il tema in modo pacifico.
Insomma, ancora una volta la società italiana ha dimostrato di essere un organismo gamberiforme, che va avanti ma all'indietro, che cammina verso il progresso ma mostrandogli il culo.