venerdì 30 ottobre 2009

"The horror, the horror."

Autrice: Erica

"This is the way the world ends/
Not with a bang, but a with a whimper"

T.S Eliot -The Hollow Men"

Ricordo che nel giugno di quest’anno, circolava nella rete il video della morte di Neda, ragazza iraniana uccisa dalle milizie Basij, fedeli ad Ahmadinejad, durante le proteste per i brogli politici che hanno portato al potere l’ennesimo pazzo furioso che la Storia ignora.
Se non lo ricordate, era questo:




Voglio dire, io sono figlia del mio tempo, sono stata abituata attraverso i media e quant’altro a scene di violenza gratuita, incomprensibile, fine a sé stessa e autosoddisfatta. Sono cresciuta a pane e videogames splatter, bombardata da linguaggi che definire scurrili è un eufemismo da educande. E questo sebbene io tutto sommato sia cresciuta in un ambiente ovattato, che cercava di tenermi il più lontana possibile dalle brutture, finché è stato possibile. Ovviamente anche io sono stata fagocitata da questa spirale di trash, di sangue che chiama sangue, di giochi gladiatori che soddisfano le nostre voglie più perverse e, da quando ho avuto la facoltà di discernere autonomamente la realtà circostante, ho scelto di evitare questa mancanza di Bellezza, di bontà, questa cattiveria inconcepibile. La evito tuttora ma non posso dire di rimanere particolarmente sconcertata quando vengo a sapere dei soliti fatti di cronaca nera che riempiono i nostri rotocalchi e le nostre bocche delle più becere banalità. Ne prendo atto, per non scadere nella volgarità di commentare cose tanto aberranti dalla mia concezione di vita. Ne prendo atto, non per questo le comprendo. E ho imparato, spesso a mie spese, che molte volte non si può scavare a fondo. A volte la realtà di certi atti va presa come un dogma ed è frustrante per chi un minimo vuole capire e comprendere, ma quando ti trovi di fronte ad un orrore tale, a cui ti HANNO ABITUATO, che fai?
Niente. Pensi, almeno così faccio io, a lasciare il mondo alla sera un pochino migliore di come l’hai trovato al mattino. Questo non salverà vite forse, ma fa sentire meglio, anche fosse solo con sé stessi.

Bene, ricordo che dopo il video di Neda, rimasi agghiacciata. E in secondo luogo, stupita per la mia genuina reazione. Ho pensato che era strano che rimanessi così stupita di un orrore a cui, dopotutto, avevo, abbiamo fatto il callo. Ricordo di essere stata immobile a guardare lo schermo per alcuni secondi, basita.
E’ così che muore una persona dunque? In modo cosi naturale, fluido, silenzioso, discreto… gli unici rumori sono quelli di una realtà che non esiste più, che cessa di sbraitare nel momento in cui gli occhi si chiudono, in cui il sangue che fuoriesce non lo senti più… è così che funziona? Silenzioso, come lo spegnersi di una candela, insignificante…
Forse a quello pensavo in quei pochi secondi di stupore.


Ebbene, ieri quando ho visto il video di quell’uccisione di stampo camorristico in una grande città europea, nel 2009, pensavo la solita cosa, ecco un’altra scena di ordinaria follia che mi porterà inevitabilmente a pensare che a me cose del genere non potrebbero né potranno mai capitare, lo guardo sì, ma con indifferenza e distacco, come si guarda un acquario.
Ma così non è stato. E’ successo come con Neda. Sono rimasta a bocca aperta.
E’ così che una vita finisce? Gesti naturali come fumarsi una sigaretta ciondolando davanti ad un negozio, gesti naturali come prendere qualcosa da una tasca, gesti naturali come premere un grilletto
una
due
tre volte.
E intanto la gente passa, gioca al Grattaevinci –chissà che non sia la volta buona per- compra il pane e passeggia in un’assolata giornata autunnale. Passeggia, e magari si imbatte in qualcosa che non vuole né può vedere, che NON SI PUO’ PERMETTERE di vedere. E quindi? Quindi questo qualcosa lo si ignora, lo si glissa, è invisibile.
Lo si ignora come la rabbia e la frustrazione e la malinconia che ogni giorno ci si porta dentro ma che si nasconde, come polvere sotto il tappeto.


Lo si ignora perché ci nascondiamo coprendoci gli occhi, perché se noi non vediamo gli altri, come possono gli altri vedere noi?

No?

2 commenti:

Unknown ha detto...

Vorrei far notare la differenza di reazione tra gli iraniani ed i napoletani nei due video citati nell'articolo. Gli "incivili" iraniani soccorrono la vittima e fanno il possibile per cercare di salvarla, come minimo le stanno vicini. I "civilissimi" italiani fanno finta di niente e scappano. Eh si, l'Italia è anni luce avanti rispetto a quei barbari arretrati di iraniani.

LibEROSERVO ha detto...

Ottima precisazione.
L'orrore che provo però è allo stesso tempo un sollievo. Forse vuol dire che un'anima dopo tutto, ce l'ho ancora.

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