mercoledì 4 novembre 2009

A lezione di marxismo.

Autore: Simo

Avete presente quei ragazzi che vi fermano per strada ogni maledetta volta che entrate ed uscite dall'Università o addirittura vi vengono a citofonare a casa per convincervi a partecipare a dei 'corsi di marxismo' e ad acqistare questo giornale?


Dopo anni e anni di testa china e negazioni ripetute, ho colto al volo l'offerta di un mio amico: "Partecipo alla mia prima riunione di Lotta comunista oggi, mi fai compagnia?" Per profonda amicizia e per pruriginosa curiosità non ho saputo dire di no. All'ora prevista (15.15) ci siamo incontrati fuori Palazzo Nuovo (l'edificio principale dell'Ateneo di Torino) per poi recarci nell'Aula 22. La 'lezione di marxismo' ha avuto inizio verso le 15.30, quando un ragazzo in camicia e cravatta si è seduto dietro la scrivania e ha cominciato a parlare.
Sarebbe impossibile per me riportare qui il discorso (durato 1 ora) nella sua interezza, quel che posso fare è darvi una panoramica sintetica del messaggio che ci è stato trasmesso.

Come prima cosa, l'oratore ha sferrato un attacco alle ideologie che oggi spopolano, concentrandosi in particolare sugli ambientalisti. Non è possibile, in un mondo capitalista, salvaguardare tutto e tutti: per qualcuno che sta bene c'è sempre qualcun altro che paga. Quindi NO a tutte le ideologie. La critica qui mi stava scappando spontanea: "Ma il marxismo non è un'ideologia?" Essendo probabilmente preparato a questo genere di critiche, il ragazzo mi ha prontamente preceduto aggiungendo che il marxismo non è un'ideologia, bensì una metodologia, una "cassetta degli attrezzi" per costruire un sistema economico e sociale migliore. Tornerò più avanti su questo punto.

Poco dopo, l''insegnante di marxismo' ha proferito un paio di affermazioni che mi hanno a dir poco shockato: chi vuole entrare a far parte del partito deve astenersi dal voto e non fare uso di droghe, nè leggere nè pesanti. Questo perchè qualsiasi voto a qualsiasi partito è un contributo a rafforzare il radicamento del capitalismo e perchè tutte le droghe sono strumenti di controllo e profitto capitalista. Anche qui, vi chiedo di pazientare, prometto che in seguito ogni pezzetto di puzzle tornerà al suo posto per delineare il contorno di questa esperienza.

Continuando nel suo speech, il ragazzo in camicia ci ha spiegato che nella storia mondiale le metodologie del comunismo marxista sono state applicate solo una volta: durante la rivoluzione bolševica e il governo di Lenin.

Nel dibattito che ha seguito il discorso ho posto la seguente domanda: «Dici che il comunismo è un sistema perfetto e che sotto Lenin venne applicato pienamente, ma allora cosa è andato storto?» La risposta è stata celere e ben preparata: «Dopo la morte di Lenin non si può più parlare di vero comunismo, perchè Stalin instaurò con la forza un capitalismo di Stato (mascherato da comunismo) e soppresse ferocemente tutti i veri partecipanti della rivoluzione, tutti i veri comunisti. Il comunismo avrebbe funzionato, ma è stato estirpato con la violenza di una dittatura.» Non essendo preparato sulla storia del periodo, ho preferito non controbattere, per quello c'è sempre tempo.

Durante il dibattito, un altro ascoltatore ha posto una domanda interessante (n.d.r. la abbellisco e sintetizzo un po'): «Ma perchè il capitalismo non dovrebbe funzionare? A me sembra che rispecchi perfettamente l'animo dell'uomo. Il bisogno di prevalere sugli altri, di arricchirsi sempre di più, il menefreghismo, l'egoismo, è triste dirlo, ma sono tutti aspetti intrinsechi all'animo umano.» Anche qui, risposta pronta e confezionata: «Non sono d'accordo. Nel corso della storia, ciò che ha permesso all'uomo di evolversi, di crescere e di svilupparsi, non è stata la concorrenza, ma la cooperazione. Quindi, anche se fosse vero ciò che dici, per cercare il proprio bene, l'uomo dovrebbe comunque combattere la sua indole e ricercare la collaborazione tra gli individui e non la concorrenza.»

L'ultimo argomento è stato la vendita del loro giornale. Ci è stato detto che la vendita del giornale è l'anima del loro partito, perchè è il loro metodo principale per educare al marxismo le minoranze interessate e per acquisire fondi per la costruzione di un partito marxista di stampo europeo. Questo per non ritrovarsi disorganizzati ed isolati, come accadde ai bolševichi, quando ci sarà la prossima guerra mondiale (non SE, ma QUANDO), che potrà essere fermata solo con un'altra rivoluzione comunista, proprio come accadde nel '17.

Qui, alla fine del discorso, è partito il dibattito, i cui punti salienti (al di là di quelli che ho già riportato sopra) si riassumono in critiche contro lo stile in cui è scritto il loro giornale (complicato e sicuramente non adatto a coinvolgere la maggior parte dei già pochi lettori) e il fatto che il nome 'comunista' è ormai troppo compromesso dalla storia e il suo significato deformato da personaggi che a pugno alzato hanno poi fatto l'esatto contrario di ciò che il marxismo insegna. Purtroppo, su questi due punti, l'oratore ha dimostrato una certa chiusura mentale, appendendosi a motivazioni inconsistenti per poter dire: "no, questo non si cambia."

Poi saluti, strette di mano e ognuno per la propria strada... più o meno. Appena usciti dall'aula, uno dei comunisti si è precipitato a fare il simpaticone con me e il mio amico. E' stata una sensazione alquanto fastidiosa e, trovo, anche offensiva nei riguardi della nostra intelligenza: davvero mi reputi così stupido da non capire che cosa sta succedendo? Te lo spiego io: in quell'aula, mentre il cravattone parlava, tu e altri avete prestato attenzione non al discorso, ma a chi sembrava davvero interessato (e quindi una possibile preda) tra coloro che ascoltavano. Il mio amico ed io avevamo certamente mostrato un grande interesse per la questione, avevamo posto parecchie domande, sembravamo attivi. E così ci hanno sguinzagliato dietro il cagnolino di turno che ha il compito di fare le feste, leccare e fare gli occhi dolci. Sfortunatamente per lui, abbiamo capito subito che cosa stava succedendo e ce ne siamo liberati con l'indifferenza. Aggiungo un particolare che tra poco risulterà rilevante: il comunista di cui vi ho appena parlato (iscritto al partito) aveva in mano una sigaretta.

E ora il momento che mi piace di più: mettiamo insieme i pezzi del puzzle e creiamo un'immagine definita di ciò che ho visto e sentito.

Partirei dalla questione 'no droghe'. Voi, comunisti insegnanti di marxismo, mi siete venuti a dire che rifiutate e disprezzate qualsiasi uso di droghe, perchè sono metodi di controllo e profitto impiegati dal capitalismo per tenerci in pugno... Ma me lo venite a dire con una Marlboro in mano? Come potete pretendere di essere presi sul serio se vi sparate una gaffe simile? Mi sembrava di trovarmi in una vignetta di Vauro... Le sigarette non saranno categorizzate come droghe, ma la loro vendita di sicuro è uno dei principali sistemi di guadagno del capitalismo!

Inoltre mi sfugge un particolare: voi comunisti, cosa fate hic et nunc per cambiare il mondo? Siete astensionisti, quindi non votate, ergo non modificate nè in bene nè in male, l'assetto politico dello Stato. Ad ascoltarvi, l'idea che uno si fa di voi è questa: un gruppo di venditori di giornali che fanno sedute di indottrinamento al fine di reclutare altri venditori di giornali, per produrre altri giornali che richiederanno altri venditori di giornali, etc etc... E tutto questo per cosa? Per costruire, nel giro di chissà quanto tempo, un partito marxista europeo, costituito da minoranze (parole vostre) che possa sostenere e dirigere un'eventuale futura rivoluzione comunista di stampo bolševico la quale dovrebbe fermare un'eventuale futura Terza Guerra Mondiale che sarà l'apice della crisi del capitalismo. Mmm... ma questo non si chiama idealismo? E voi non eravate contrari alle ideologie?

Non so, forse sono ipercritico, ma tutta la vostra convinzione davanti ai miei occhi vacilla parecchio. Poi, per carità, è stata la mia prima e unica 'lezione di marxismo' e sicuramente intendo approfondire e invito tutti a provare almeno una volta ad ascoltarli perchè hanno tante buone idee quante idee piuttosto contestabili, ma è già meglio di ciò che si sente dire dai nostri politici, poco ma sicuro.

Senza ombra di dubbio, il mio giudizio avrebbe potuto essere più positivo se non fosse stato per il segugio reclutatore del Politecnico che ci è corso dietro scondinzolando quando abbiamo lasciato l'aula. Quando gli ho detto di non voler vendere alla gente qualcosa che non conosco bene e quindi di voler approfondire, prima di iscrivermi ad un partito, lui mi ha risposto con una frase agghiacciante: «Eh ma guarda che ci sono più di 40 libri spessi così da leggere se uno si vuole informare bene, mica vorrai leggerli tutti! Dovresti iniziare con piccoli passi: inizia a vendere il giornale e poi, piano piano, impari e studi». Certo, è più importante vendere il giornale che sapere cosa c'è scritto. Got it.

4 commenti:

Erica ha detto...

Era proprio curiosa di sapere nel dettaglio come fosse andata la tua esperienza con i Marxisti.
Se non fosse per l'odio che provo per le persone appiccicose e se non fosse per il mio attuale misantropismo, ci andrei volentieri... ma, mai dire mai!
Cmq, volevo solo questionare una cosa: il relatore ha detto che nella storia dell'Umanità, solo quando c'è stata l'unione c'è stata la forza.
Questo è senz'altro vero, ma non per innata bontà dell'animo umano o tendenza alla cooperazione. Ogni singolo individuo darwinianamente tende alla prevaricazione. Questo non è filosofica sfiducia nell'animo animo quanto pura e semplice biologia. Non dimentichiamoci che l'uomo è l'essere più intelligente ed evoluto che popola il pianeta, ma è pur sempre un animale, e come tale, ne conserva gli istinti primordiali.
Sono assolutamente d'accordo con la filosofia di Hobbes dell'homo homini lupus. L'uomo si aggrega al prossimo e tendenzialmente evita guerre e conflitti non per bontà, ma per paura e convenienza che possa avere, nel lungo tragitto, una risposta quanto più possibile personale. Prendendo come esempio il mai abbastanza citato Silvio Berlusconi, da SOLO non ce l'avrebbe mai fatta ad arrivare al ruolo che ricopre adesso, se non fosse stato per svariati aiuti di ogni tipo (purtroppo) arrivati da ogni parte. Raggiunta questa posizione, vi si è arroccato in un ruolo di preminenza e, avendo acquisito notevole potere, si può permettere di dar sfogo all'egoismo che prima gli sarebbe stato di impedimento. In sostanza, l'uomo è abbastanza intelligente da ASPETTARE il momento propizio per applicare l'innato desiderio di dominazione e prevaricazione. E solo gli individui illuminati e davvero dediti alla politica nel senso proprio del termine, soffocano questo desiderio. Soffocano, non cancellano. Certo, questo discorso non vale per i megalomani, presi da deliri di onnipotenza. Lì gli istinti primordiali sfondano una porta aperta.

Per il resto, trovo a dir poco IDIOTA che costoro vogliano applicare un modello filosofico, per quanto concreto possa essere, alla realtà attuale, prendendo come esempio da non seguire la Russia del 1917.
Ma stiamo scherzando? Per quanto le cose in Italia e magari anche in Europa, stiano andando male, non dimentichiamoci degli innumerevoli passi da gigante in senso democratico presi negli ultimi 100 anni.
Non è possibile pensare di mettere a paragone realtà storiche, politiche e geografiche totalmente DIVERSE! E' fantapolitica degna di Urania!
Da una parte la Russia di inizio secolo con il problema della terra, dei servi della gleba, del regime zarista ecc.
Dall'altra, l'Italia con politicanti da circo la quale, grazie a questi individui, dovrebbe farsi da baluardo per evitare una futura III guerra mondiale.

Il Marxismo ha nobili basi, ma è inattuabile, perché si è dimostrata una corrente politicistica, non politica. E' impensabile, allo stato attuale di progresso tecnico, culturale ecc. di adottare un modello che renda tutti uguali a tutti. Di dare potere alle masse.

Ci sono enti ed organizzazioni immensamente più competenti che operano al fine di evitare conflitti e un gruppo di studentelli fatti come delle pigne, che probabilmente sul Marxismo sapranno quello che hanno letto su Wikipedia, ha l'arroganza di pensare di formare non solo un partito, non solo un partito italiano, non solo un partito europeo, ma un partito che sia in grado di scongiurare una guerra??

L'unica arma che ci permetterà di salvarci da personaggi del genere e dalla crisi umana che ci sta investendo, è la cultura, la curiosità e la tolleranza. Mille organizzazioni che godono di tutto il mio rispetto, potranno patrocinare ciò, ma il salto dovrà essere personale e graduale e non coercitivo, non propagandistico, non politico prima e umano poi, ma viceversa.


Ai Marxisti, va tutta la mia pietà.

Unknown ha detto...

Concordo su ogni punto del tuo commento.
Ciò che mi è rimasto dopo questa esperienza è il gusto amaro dell'ennesima delusione. Continuerò a cercare, ad informarmi e a criticare, proprio perchè come tu dici il salto deve essere personale e non propagandistico. E' l'invito che rivolgo a tutti: se volete davvero cambiare il mondo, siate curiosi e non fossilizzatevi mai sulla convinzione di aver trovato la soluzione definitiva al problema, perchè non esiste!

Luca ha detto...

Caro Simo, da militante di lotta comunista vorrei aiutarti a chiarire alcuni dubbi che hai espresso.
Lenin partito da una piccola minoranza ben organizzata prese il potere in russia con l'appoggio di soldati operai e contadini. Ma la russia era solo l'anello più debole delle potenze capitaliste. Siccome il comunismo in un solo paese è impossibile la rivoluzione andava esportata(l'idea di lenin era di esportarla in germania dopo che l'ungheria con bela kun si era già data un governo proletario). con l'omicidio di libnekt e luxembourg il movimento rivoluzionario tedesco viene schiacciato e lenin si trova isolato e in guerra conro le altre potenze imperialiste. Il tentativo fallito della terza internazionale pone fine alle immediate popssibilità di esportare la rivoluzione. un errore comune che si fa è associare lenin a stalin. Lenin nel suo testamento, resosi conto del potere che stalin stava prendendo, avvertì i compagni del comitato centrale del partito bolscevico di esautorarlo. Ma alla sua morte il testamento fu modificato da stalin in suo favore e dopo aver massacrato la vecchia dirigenza rivoluzionaria iniziò con la costruzione del capitalismo di stato e i suoi orrori.
Voglio dire ad erica che chi non ha nemmeno il coraggio intellettuale di andare a sentire una conferenza farebbe bene a evitare certi commenti. Se non è d'accordo con noi venga prima a sentire quello che diciamo e poi dica pure ciò che vuole ma non parli per sentito dire! Cmq è ovvio che cerchiamo di trattenere chi dimostra più interesse: non è una lezione di storia è un iniziativa di propaganda politica!

Unknown ha detto...

Caro Luca, non immagini la soddisfazione di trovare finalmente un commento scritto dalla mano di chi è diretto interessato! :)
La situazione leninista che hai descritto mi è nota (a seguito della lezione); l'oratore è stato in gamba a spiegarcelo. Il dubbio sostanziale che anima questo articolo verte però su un altro aspetto, molto più semplice e concreto, ovvero: cosa fate voi come partito per agire sulla situazione economica/politica/sociale attuale?
Vedi, il marxismo, per quanto possa assumere un aspetto quasi matematico, non è matematica. Quelle marxiste non sono previsioni sicure, ma profezie logiche. Sono figlie della logica economica, ma sono sempre profezie. E mi sembra che tutto il vostro partito sia saturo di questo aspetto profetico. Ciò che ho capito dalla mia lezione è che voi vi state preparando per, vi organizzate in vista di, sarete pronti quando, e così via, ma ADESSO, a parte indottrinare e vendere giornali, cosa fate? Mi spiace sembrare materialista, perchè ti assicuro che non lo sono neanche minimamente, ma sono concreto, questo si. E sono convinto che le cose non si cambiano con le promesse, ma con azioni che danno effetto.

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