lunedì 19 ottobre 2009

A passo di gambero.

Autore: Simo

Poter inaugurare questo progetto con un articolo ottimista sarebbe una prospettiva tanto amena quanto ipocrita. Questo blog ambisce ad essere, oltre ad un luogo di informazione e discussione libere, uno specchio della società in cui viviamo e per questo motivo si apre al world wide web con un post tutt'altro che ottimista. Nella homepage di Facebook, un video intitolato «MA QUALE INTEGRAZIONE? GIANLUCA BUONANNO: VARALLO "DEISLAMIZZATA"!» ha stuzzicato la mia curiosità. Se prima di prenderne visione potevo definirmi "curioso", l'aggettivo che meglio descrive il mio stato d'animo dopo averlo guardato è "attonito". Quale sorpresa scoprire che si trattava solo della seconda parte dell'intera vicenda! Ho rintracciato immediatamente quella precedente e ho voluto ragionarci su. Ecco i famigerati video, direttamente da Youtube:

PARTE I




PARTE II



L'arena in cui si è svolto lo scontro verbale documentato nei video (ci è mancato poco che fosse anche fisico) è la puntata del 15-10-09 del programma televisivo "Pomeriggio 5", in onda su Canale 5 e diretto da Barbara D'Urso.
Come sempre accade in certi programmi, la situazione è stata strategicamente studiata affinché si scendesse dal livello della discussione civile a quello del mercato del pesce, da un talk show ad uno squawk show, tant'è che si arriva al punto in cui si sentono solo più insulti frammentati da altri insulti.
(n.d.r. - Tralasciamo i commentini inseriti da chi ha pubblicato i video, perché sono utili esclusivamente a dare un'idea della mole della sua ignoranza e della sua maleducazione.)
Cercando di comprendere e discutere pacatamente ciò che è stato detto in questa occasione di incontro/scontro tra la nostra cultura e quella islamica ci si ritrova in un'orgia di serpenti che si mordono la coda. La situazione è molto delicata e si rischia di esprimere giudizi quasi sempre avventati.
Fondamentalmente l'italiano ragiona così nei confronti del diverso: "fai ciò che vuoi, basta che non mi tocchi". Il ragionamento non fa una grinza, peccato che sia impraticabile. Come possono due culture coesistere senza entrare in contatto? L'integrazione di una cultura estranea ha degli effetti sensibili sulla cultura-ospite. I temi principali trattati in questo feroce dibattito sono 3: il terrorismo, l'economia e la religione.
E' inevitabile: quando pensiamo ai musulmani le immagini che ci balenano in mente sono quelle di esplosioni, fumo nero, fuoco, donne che piangono stringendo tra le braccia bambini defunti e così via... E' triste, ma è così. E questo è dovuto all'ignoranza, che è il terreno fertile in cui il terrorismo deposita i semi della paura. Ali Abu Schwaima, Presidente del Centro Islamico di Milano, dice riferendosi all'attentato del 12/10/2009 che "non si può fare dell'erba un fascio". Non tutti i musulmani sono terroristi, è ridicolo dover ribadire un concetto simile nell'anno domini 2009, quasi 2010. Ma la paura e l'ignoranza verso l'Islam sono diffusissime in Italia e ancora una volta si finisce col rendere un episodio di follia il metro di giudizio di una cultura intera. Ecco il primo serpente che si morde la coda: "ok, non siete tutti terroristi, ma in TV siete solo voi che vi fate saltare in aria, come possiamo fidarci?" Piuttosto che provare a trovare una risposta definitiva preferirei scalare l'Everest.
L'economia è un altro punto cruciale: "siamo un paese in crisi economica perenne e in perpetuo peggioramento, come possiamo sostenere l'integrazione?" Qui spesso e volentieri si sorvola sul fatto che una persona in più è un lavoratore in più e quindi un contribuente in più.
"Ma loro lavorano quasi tutti in nero!"
Diamogli dei posti di lavoro.
"Ma c'è crisi! Ci sono troppi disoccupati italiani, come facciamo? Ci rubano i posti!"
Anche qui, una soluzione pacifica sembra essere distante anni luce. Forse basterebbe interrogarsi su chi dobbiamo ringraziare per il costante peggioramento della crisi del paese ed evitare di votarlo ancora, magari sarebbe un buon primo passo. Chissà, forse contrastando l'evasione fiscale e riducendo gli stipendi dei nostri parlamentari (che sono 10 volte superiori a quello di un operaio) potremmo iniziare non dico a bloccare la crisi, ma almeno a rallentarla un po'...
Il terzo serpente che si morde la coda è bello grosso, un anaconda direi a occhio e croce: la religione. Nel video gli onorevoli si accaniscono contro la costruzione di nuove moschee in Italia.
Effettivamente la costruzione di una moschea equivale ad una spesa notevole in termini in tempo, spazio pubblico e denaro per una comunità che non supera il 2% della popolazione totale italiana. Preso dalla curiosità, ho svolto una ricerca su internet volta a scoprire quante cattedrali cattoliche sono state costruite nei paesi islamici. A questo indirizzo http://zattera.forumcommunity.net/?t=23127109 ho trovato foto di chiese cattoliche dalle dimensioni megalitiche in paesi islamici.

La più grande cattedrale cattolica del mondo si trova a Yamoussoukro, Costa d'Avorio e a Casablanca (città con poco meno di 3 milioni di abitanti) vi sono 7 chiese cattoliche. A Torino (poco meno di 2 milioni di abitanti) c'è 1 moschea...
Nei video si discute anche sul burqa. Prima di parlarne preferisco pubblicarne una foto, in modo tale da capire bene di cosa si tratta.

E' un indumento che copre interamente la persona, celandone il volto. In Italia esiste una legge che vieta espressamente di nascondere il volto e non per capriccio, ma per una questione di sicurezza. Fu uno dei provvedimenti che seguirono i gravissimi episodi della storia del nostro paese (BR, la stazione di Bologna, etc etc...). In quanto ospitata, una cultura ha certamente dei diritti che vanno riconosciuti e rispettati, ma allo stesso tempo vanno rispettate anche le norme ed i doveri imposti dallo stato ospite. Su questo punto, mi trovo d'accordo con alcune delle critiche mosse da Santanché e Buonanno. Però anche qui conviene stare attenti e non dimenticarsi di certe cosette...



A dire di bruciare il tricolore e di usarlo come carta igienica non erano i musulmani, ma gli stessi leghisti. E sono sempre loro a cantare la canzoncina razzista che costò le dimissioni al non più tanto onorevole Matteo Salvini.



A quanto pare Barbara D'Urso ha scelto le persone ideali per affrontare il tema in modo pacifico.
Insomma, ancora una volta la società italiana ha dimostrato di essere un organismo gamberiforme, che va avanti ma all'indietro, che cammina verso il progresso ma mostrandogli il culo.


1 commenti:

Unknown ha detto...

Lasciando da parte le idee socio-politiche che, chi più, chi meno rozzamente ha tentato di esprimere in quel "talk"show, porrei l'attenzione su come sia facile "ipnotizzare" un pubblico accecato dalla cattiveria e dalla rabbia repressa, che si sfoga come un cane appena il padrone (leggi Santanché - Buonanno) gli lancia un bastone..
Credo di avere imparato che:
per essere acclamati e applauditi occorre
-generalizzare fino all'estremo, chiamando "voi" tutti i musulmani del mondo;
-ripetere dalle 3 alle 5 volte una stessa frase, possibilmente di fila, senza respirare;
-urlare più forte del proprio vicino;
-parlare con frasi fatte, che possibilmente siano vuote di significato o non c'entrino niente col topic all'ordine del giorno;
-dimenticare, se mai si è saputo, tutto ciò che la storia del mondo, ovvero la storia dei popoli, ci ha insegnato fino ad oggi riugardo all'immigrazione;
-non considerare che, fino a 60 anni fa,i "diversi" eravamo noi, e ci arrabbiavamo da morire se gli americani generalizzavano sugli Italiani.

Non è poi così difficile essere ignoranti e riscuotere successo.

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