giovedì 22 ottobre 2009

De contemptu mundi.

Autrice: Erica

Ogni sera davanti allo specchio devo ripetermi, come karma, che sono giovane, che a differenza dei miei avi, e similmente ai volatili, ho la facoltà di migrare con una relativa facilità. E' naturale, è biologico: appena le condizioni di vita in un habitat si fanno insane, l'essere vivente o si adatta o emigra. E dal momento che adattarsi ora significa lobotomizzarsi, il cerchio si restringe.

Non chiedo democrazia, parità di diritti, libertà di stampa, di parola, di fede ecc. No. Queste sono le cose che chiede Miss Italia insieme a "free Tibet".
Non sono una sessantottina, ho smesso di pensare che queste cose si realizzino sul serio, almeno in parte. Non ci credo più e ho l'anima piuttosto serena a riguardo, senza sentirmi una disfattista o fatalista.

Lo Stato italiano, la popolazione italiana, non sono fatti per una convivenza pacifica, basata sul contratto sociale, basata sulla pace e sul rispetto. Non è colpa di nessuno. Quando eravamo tanti piccoli stati, questa continua belligeranza ha portato sì a guerre ma anche a periodi luminosi in cui eravamo un faro nella politica, nelle arti, nella cultura europee.
Come diceva il superlativo Orson G. Welles:

In Italia, sotto i Borgia, per trent'anni hanno avuto guerre, terrore, assassinii, massacri e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia e cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù.

Scherzi a parte (la Svizzera è un nobile paese e a lei saremo eternamente grati per tutto quello che ci ha dato e che continua a dare ai nostri evasori ;-D), quello che mi preme sottolineare è che ciò che disse Massimo D'Azeglio: Abbiamo fatto l'Italia, adesso dobbiamo fare gli Italiani, è ancora ben lungi dal realizzarsi.
Mi chiedo spesso, che ce ne facciamo di uno Stato sovrano e annessi e connessi, di essere parte di tutti i G7, 8, 9, 20 ecc., se non sappiamo governare bene a casa nostra? Come possiamo relazionarci bene agli altri paesi, se il nostro stesso paese è un trogolo?
E' ovviamente difficile reggere un paese e fare in modo che esso vada avanti e si sviluppi, ed è chiaro e scontato che lungo questo percorso si possano incontrare delle difficoltà più o meno ingenti.
Ma io ammiro la fatica che sta dietro il buon funzionamento di un apparato, le maniche rimboccate, gli individui a questo preposti che fanno di tutto per. Capisco l'inciampo e condanno chi vuole lo Stato Perfetto hinc et nunc, che neanche Tommaso Moro, senza camminare nelle scarpe di chi davvero si applica affinchè questo accada.
E sì, capisco anche che nella gestione di uno stato sopraggiungano ad un certo punto interessi personali, beghe private ecc., sebbene in misura ristretta, perchè capisco che scegliamo uomini e donne come noi quando ci sono le elezioni, non déi assolutamente privi di cupidità et casti et puri. We're human, after all. Sì, ci posso ancora entrare in quell'ottica.

Ma, c'è un MA enorme.

Come si può anche sperare che uno Stato si indirizzi sulla retta via, se manca ciò che personalmente ritengo basilare?

Il buon gusto.

Il buon gusto di non mentire spudoratamente.
Il buon gusto di non insultare i deboli.
Il buon gusto di non insultare l'avversario.
Il buon gusto di non adottare l'attacco stile "ma anche lui", ai fini della propria personale difesa.
Il buon gusto di mantenere le promesse.
Il buon gusto di sapersi esprimere.
Il buon gusto di non urlare.
Il buon gusto di sapere quando è il momento di ritirarsi.
Il buon gusto di sapere quando è il momento di sbattere la mano sul tavolo.
Il buon gusto di sbatterla raramente.
Il buon gusto del rispetto.

Io sono schifata, non dalle scelte politiche, per quanto se ne facciano ancora, a me eventualmente avverse. Si è in democrazia, quindi ammetto l'opposizione. Ma perchè manca così tanto qualcosa di cui una volta eravamo i maestri indiscussi? Perchè ho nostalgia di un passato che non ho vissuto? Perchè una volta i poeti e gli scrittori erano ritenuti in sommo grado, mentre adesso nelle nostri corti ci sono solo nani e ballerine? Perchè le voci di dissenso cordiale ed educato sono così rauche, inaccessibili nella loro lontananza ascetica dai mali di questo mondo?
Perchè, non solo abbiamo costruito una fabbrica del consenso ma lo abbiamo fatto basandoci sulla cafonaggine, sullo strillo, sullo spioncino della serratura?

Sono molto amareggiata perchè in tal modo, non si potrà sperare in una forma mentis sana nei posteri, se tutto sarà basato sulla più bieca e becera demagogia fatta di luoghi comunissimi e frasi fatte da cui personalmente, cerco di tenermi il più alla larga possibile.

Tutto ciò per mostrarvi questo, un rotocalco di presunto approfondimento preso dalle reti Mediaset di qualche giorno fa. Qualcuno ha detto che negli USA il giornalismo è il cane da guardia del potere, in Italia è il cane da riporto. Io mi permetto di aggiungere che è uno di quei maledetti cagnolini grandi come la mia mano che strepitano e urlano, senza difendere il loro padrone e, che per dimostrargli la loro stupida dipendenza, portano un bastone inzaccherato di saliva. Blah.




Sono schifata e disgustata da TUTTO quanto si vede in quel video.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Se stai guardando un programma di Barbara D'Urso e cerchi

Educazione, rispetto, tolleranza, intelligenza, lungimiranza, cultura, moderazione, modestia...

...cambia canale.

Lu ha detto...

E' questo che fa audience al giorno d'oggi, è questo che vogliono vedere gli italiani, non stupiamoci.. vale la pena cercare di aprire gli occhi alle stesse persone che apprezzano questo tipo di trasmissioni?
Italia=paese dei balocchi.

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